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Let’s go extinct – Fanfarlo

Ripercorrere la storia dei Fanfarlo strappa più che un sorriso. Agli inglesi rode tantissimo che gli Arcade Fire siano canadesi, così quando nel 2009 uscì Reservoir i critici incoronarono l’esordio dei Fanfarlo con paragoni oggettivamente azzardati. Se poi persino David Bowie affermò di adorare i brani dei Fanfarlo, non se ne poteva proprio più discutere, era diventata legge: Simon Balthazar sarebbe divenuto il nuovo Win Butler. Nel 2012 è poi uscito Rooms filled with light, e tutti hanno girato le spalle, tenendo la coda tra le gambe.
I Fanfarlo sono una buona band ma la distanza con gli Arcade Fire si misura in anni luce. Ciò non toglie che siano meritevolissimi di attenzioni, con il loro sound che si colloca tra l’indie rock, il folk, il pop e una deliziosa nostalgia eighties.
Let’s go extinct, anticipato dall’EP The Sea, è un album che delizia il palato di coloro i quali cercano finezza e cura dei suoni, ma anche ritmo e sonorità fresche. Life in the sky, brano d’apertura, svela il perfetto mix di spensieratezza e malinconia che vuole esprimere questa specie di concept album sul futuro (dubbio) dell’umanità. Cell song volteggia leggera oltre l’orbita terrestre, tra glitter e luci soffuse; Myth of myself (a ruse to exploit our weeknesses) e We’re the Future sono gradevoli ballate che pongono al centro la voce di Simon Balthazar; A distance e poi Landlocked accendono i faretti sul dancefloor, senza mai accecare.
I brani scivolano piacevolmente fino ad incontrare un piccolo-grande capolavoro pop: Painting with life si muove soffice, si innalza salendo scale fatte di luce, termina nell’esplosione guidata da fiati e percussioni.
The grey and gold con eleganza salta indietro nel passato mentre The beginning and the end alterna tratti lenti e rarefatti ad un ritornello squisitamente radiofonico. Chiude il disco la sognante ed orchestrale titletrack.
Perfetto equilibrio tra modernità e passato, ricchezza dei suoni grazie a tastiere, fiati ed archi, una bella voce pulita ma non priva di personalità, e quel senso di lieve ottimismo che l’ascolto del disco lascia sulla pelle. Questo è Let’s go extinct, un disco che suona bene sia con la pioggia che con il sole primaverile.

Credits

Label: New World Records – 2014

Line-up: Cathy Lucas (violino, tastiere, mandolino, voce) – Justin Finch (basso elettrico, voce) – Leon Beckenham (tromba, tastiere, glockenspiel, melodica, voce) – Simon Balthazar (voce, chitarra, tastiere, mandolino, sassofono, clarinetto) – Valentina Magaletti (batteria)

Tracklist:

  1. Life in the Sky
  2. Cell Song
  3. Myth of myself (a ruse to exploit our weeknesses)
  4. A distance
  5. We’re the Future
  6. Landlocked
  7. Painting with life
  8. The grey and gold
  9. The beginning and the end
  10. Let’s go extinct

Link: Sito Ufficiale, Facebook

A Distance – video

Let’s go extinct – streaming

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