Home / Editoriali / Lo spazio e la musica: Bonnot/Tracanna/Cecchetto + Paolo Fresu @ TPO (Bologna) 06/02/13

Lo spazio e la musica: Bonnot/Tracanna/Cecchetto + Paolo Fresu @ TPO (Bologna) 06/02/13

Cosa distingue l’arte da un’opera di artigianato? Cosa differenzia la musica  dal rumore? Personalmente mi piace l’idea che “l’arte” sia un modo particolare di percepire ed interpretare quanto ci si trova dinanzi. L’arte risiede in ognuno di noi e certe opere hanno caratteristiche (plasmate e volute dall’artista) tali da riuscire a liberarla. Come nell’amore di una coppia, la felicità e la bellezza sono merito di entrambi i componenti della coppia; a mio parere accade qualcosa di simile per l’arte che non risiede nell’opera in sé, ma bensì nei due soggetti (artista, spettatore).
Tutto questo per dire cosa? Per dare importanza alle persone ancor più che all’opera in sé. Viviamo un periodo nel quale ognuno di noi ha molta poca fiducia nel prossimo: mai come ora è importante accorgersi della bellezza che risiede nelle persone che stanno accanto a noi. Il 6 Febbraio, al Centro Sociale TPO di Bologna questo è stato reso possibile da un evento fuori dal comune la cui coraggiosa organizzazione è stata premiata da questo splendido scambio avvenuto tra musicisti e pubblico.
Il tramite di questo scambio è stato un susseguirsi di funamboliche note che hanno creato colori e paesaggi di rara bellezza. Un trio anomalo per uno spettacolo indimenticabile: Bonnot è un noto giovane produttore che gravita da anni nell’ambiente hip-hop, rap e dell’elettronica nostrana; Tracanna e Cecchetto sono due jazzisti affermati che vantano decenni di esperienza internazionale (il primo sassofonista, il secondo chitarrista). L’incontro tra queste realtà differenti rimane un mistero, ma il risultato è sorprendente. La maestria dei virtuosi del jazz si presta alla creazione di qualcosa di unico insieme alla creatività di Bonnot che resta dietro alla sua postazione sulla quale si dipanano una marea di cavi elettrici.
In anteprima nazionale l’insolito trio ha presentato DROPS, un album che vede la partecipazione di tantissimi artisti in un vero e proprio melting-pot di espressione musicale.
Durante il live, come nel disco, la cosa che più stupisce è la perfetta commistione tra i generi musicali che per la durata di questa esibizione perdono completamente di significato.
Al TPO, fin dalle prime note, è stata con loro sul palco la tromba di Paolo Fresu, un valore aggiunto prezioso e magnifico. Sempre presente e sempre diverso, il suono emesso da Fresu per mezzo dei suoi strumenti viene amplificato,  plasmato e colorato dalle sue movenze al centro del palco.
Hip-hop, jazz, elettronica, sfumature latine ed afro, accenni rock e la bellezza di un suono che toglie il fiato: questi sono gli ingredienti di una serata che può essere ricordata per la sua assoluta compattezza ed amalgama perfetta (cosa rara in spettacoli che tendono ad affiancare differenti generi).
Tra un brano e l’altro poche e brevi pause, la narrazione è continuata quasi senza sosta, interrotta solo dai calorosissimi applausi di un pubblico vario ed attento.
Proprio all’importanza del pubblico, dal quale ero partito, ora voglio tornare. A terra nelle primissime file erano seduti i più giovani, sulle sedie poco più indietro erano numerose le teste canute, dietro di esse c’era tanta gente in piedi, vicino alle pareti anche qualche famiglia con bambini piccoli che prima e dopo il concerto ballavano sereni.
Tutto questo eterogeneo pubblico ha partecipato ad un evento unico e, a sentire dal calore degli applausi, si trattava di un pubblico composto da persone custodi di quel particolare “sentire” che permette di innescare lo scambio di cui prima.
L’attenta organizzazione di eventi di questo genere, la cui qualità musicale è indiscutibile, non propone al pubblico solo la possibilità di godere della bellezza insita nella musica (show curato anche nelle luci, nel suono e nella magnifica performance delle acrobate di Lunaquiches Aerea), ma soprattutto offre l’occasione di accorgersi di ciò che sta intorno ai singoli, di relazionare con persone in luoghi nuovi al di fuori delle nicchie nelle quali tendiamo sempre più a chiuderci.
Agli artisti che hanno reso possibile questa serata illuminante va un forte ringraziamento ed in bocca al lupo per il successo del loro disco DROPS, ma ancor di più è doveroso omaggiare il coraggio del TPO nel promuovere un’anteprima nazionale di uno spettacolo distante dall’idea del “centro sociale” così come è radicata nelle menti comuni. I luoghi cambiano forma, si adeguano ai tempi, e si migliorano, così come le persone, anche grazie alla musica. In questo modo i luoghi diventano dei “link” tra le persone, tra artisti e pubblico; il luogo stesso diventa promotore/sponsor di un incontro, di uno scambio memorabile. Insomma: tutto, ma proprio tutto, davvero bellissimo. (Gallery di Emanuele Gessi)

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