Questo album autoprodotto dal pescarese Giuliano Clerico ci offre per lo più canzoni riuscite. Hanno la caratteristica di trattare argomenti di un certo peso, ma facilmente assimilabili grazie all’ironia e alle musiche vivaci. Le sfumature tematiche ruotano attorno ad un concetto chiave: schiavi del corpo (La schiavitù del corpo) e degli aspetti più superficiali dell’esistenza (La voglia), facciamo fatica ad appropriarci di una dimensione profonda e dignitosa, a direzionarci semplicemente verso la bellezza. Quello che dobbiamo affrontare, noi costruttori di meccaniche sognanti (Il costruttore di meccanche sognanti), è un duello quotidiano con tutto ciò che ci impedisce di elevarci (Il duello è una bella canzone dalle atmosfere western). Spesso, lo sappiamo bene, la battaglia è contro di noi. Giuliano Clerico, pur mostrando una predilezione per il blues, si muove attraverso diversi generi musicali che riprende fedelmente e rivela un background musicale decisamente cantautorale (Rino Gaetano e De Andrè).
Nel complesso, un lavoro orecchiabile (merito anche dei buoni musicisti al suo fianco) e onesto. Peccato per gli ultimi brani che non rispondono all’aspettativa che crea la prima parte dell’album e per la prevedibile ripetizione di giri e strofe.
Credits
Label: Autoprodotto – 2012
Line-up: Giuliano Clerico (voce, chitarra classica, chitarra dodici corde, chitarra elettrica e armonica) – Luca Marinacci (basso lettrico) – Claudio Bollini (batteria) – Abramo Riti (tastiere e tromba) – Antonello di Peco (fonico per le registrazioni, mixaggi e mastering)
Tracklist:
- Banditi
- La schiavitù del corpo
- Il duello
- Preda
- La voglia
- Il costruttore di meccaniche sognanti
- Il menestrello
- Lo sfigato con la chitarra
- Per chi ci crede
- Clic
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