Un quartetto jazz modern dal gusto sud americano: Mole, ovvero salsa messicana. L’album è frutto di un lavoro poliedrico, difatti c’è il tocco di vari musicisti, ognuno col suo stile che deriva da generi musicali diversi. A partire da Mark Aenderud che si colloca tra uno dei più importanti pianisti messicani della scena contemporanea; come anche David Gilmore, chitarrista che si divide tra varie collaborazioni artistiche; al basso troviamo Jorge Molina, detto Luri, mentre alla batteria c’è Hernan Hecht. Il disco viene introdotto da elucubrazioni cosmiche prodotte dagli strumenti che lentamente iniziano il loro coro: siamo in un ambiente confortevole, un tappeto di morbide sonorità notturne. La batteria è generosa nel ricamo di ritmica in ogni brano, è instancabile, così come l’elaborazione pianistica, sempre soppesata, dolce e sognante. Atmosfere di fine stagione, tra malinconie e rincorse, anche gli archi introducono pensieri minati da nostalgie dolenti. E ancora ritmi incalzanti, il jazz sposa un funk soffuso ma che non stanca, piuttosto si rimane assorti nel seguire i virtualismi tecnici dei musicisti da un lato, dall’altro si viaggia su frequenze seriche e svagate.
Credits
Label: Rare Noise Records – 2012
Line-up: Mark Aanderud (piano, keyboards) – Hernan Hecht (drums) – David Gilmore (guitar) – Jorge “Luri” Molina (upright bass)
Tracklist:
- PB
- Stones
- Trees and the old new ones
- Flour tortilla variation
- What’s the meaning
- Greenland
- Grass
- Grubenid
Link: Sito ufficiale