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Il cantautorato ha una funzione sociale: intervista a Colapesce

L’uscita a gennaio dell’album Un meraviglioso declino ha scatenato le attenzioni di critica e pubblico. Se ne sta parlando ancora e a quanto pare si continuerà a farlo, perché il nuovo album di Colapesce è destinato a candidarsi tra le uscite discografiche più notevoli del 2012. LostHighways ha incontrato Lorenzo Urciullo, anima e corpo del progetto musicale del momento.

Quanto è cambiato Colapesce dall’ep dello scorso anno all’uscita del nuovo album?
Un meraviglioso declino, rispetto all’omonimo, è sicuramente più scuro nei suoni e nella scrittura. Canto molto meglio e nei testi c’è un maggior equilibrio metrico-semantico. Per il resto sono sempre il solito cialtrone!

Il disco vanta diverse collaborazioni. Raccontaci di qualcuna di queste.
Tutte le collaborazioni nascono da una solida amicizia, l’unica più insolita è quella con Sara Mazo degli Scisma che ho conosciuto circa un anno fa ad un concerto Santiago a Milano…e fu subito amore.

Per coloro che hanno acquistato il disco in anteprima fornivi in allegato un ulteriore cd contenente nove brani di diversi artisti, da te rielaborati. Scelta senz’altro originale, come ti è venuta in mente?
Una sfida con me stesso, volevo capire quanto Antonello Venditti poteva stare in scaletta dopo i My Bloody Valentine. Ci sono quasi riuscito.

Nel disco possiamo ascoltare testi puramente sentimentali ed altri rivolti al sociale, credi che un musicista abbia il dovere di rivolgersi alla realtà attuale e descriverla?
Credo in una funzione sociale del cantautorato, dovrebbe essere una sorta di memoria storica, di specchio, un dagherrotipo del periodo in cui vive.

Ti sei avvalso della collaborazione di Michele Bernardi e il titolo della canzone Quando tutto diventò blu riprende quello della graphic-novel di Alessandro Baronciani; hai una passione per l’arte figurativa?
Da poco mi sono avvicinato al mondo delle graphic novel, è davvero un pianeta a parte. Non pensavo si potesse fare della letteratura illustrata, fortunatamente mi sbagliavo. Michele e Alessandro sono due grandi professionisti.

Nel video di Restiamo in casa hai inserito uno scoop sensazionale. Svelaci chi è lo zombie che azzanna Morandi, qualche Jalisse dimenticato nei cassetti di Sanremo?
Inizialmente doveva essere “Zombie forcone sbrana Morandi” riferendosi alla recente rivolta sicula, poi l’abbiamo semplificato. Lo Zombie che Azzanna Morandi è Luigi Tenco.

Cosa pensi realmente del Festival? Ha ragion d’esistere attualmente visto che, a mio parere, le realtà musicali più interessanti non ci si affacciano ormai?
Il Festival è una vecchia tradizione della musica pop italiana, sforna merda da decenni tranne qualche rara eccezione. Secondo me ha motivo di esistere, io mi diverto un sacco a commentare le canzoni che durante l’anno non ascolterei neanche sotto tortura.

Parlando di altre forme d’arte, qual è il tuo libro ed il tuo film preferito?
Uno solo? Difficilissimo! Ti dico i primi due che mi vengono in mente, ma non sono mai stato bravo a dichiarare i vincitori: Lezioni americane di Italo Calvino e La finestra sul cortile di Hitchcock.

Qual è invece la canzone nella storia della musica che avresti voluto scrivere tu?
Perfect Day di Lou Reed.

Dovessi associare una canzone di un altro artista al periodo in cui stai vivendo, quale sarebbe?
L’Aquila di Lucio Battisti

Restiamo in casa – Video

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