Home / Recensioni / Album / Radical chic un cazzo – Ilenia Volpe

Radical chic un cazzo – Ilenia Volpe

Mi convinco che quello in corso sia un anno rigoglioso per l’alternative rock. Dopo aver assaporato l’album omonimo di Maria Antonietta, mi trovo ora ad ascoltare Radical chic un cazzo, opera prima della romana Ilenia Volpe, prodotta per l’occasione da Giorgio Canali. Sono consapevole del fatto che questo disco potrebbe andare incontro a critiche sfavorevoli. In fondo, il punk rock proposto non ha tecnicamente nulla di nuovo e temi come quello degli insegnanti stronzi, così Ilenia ricorda la sua professoressa di italiano (La mia professoressa di italiano), sono nel repertorio rock da tempo e forse anche negativamente adolescenziali. È vero anche che il lavoro, costituito da brani composti in periodi diversi (Ilenia è attiva già dal 2006 e alcuni pezzi confluiti nell’album sono già noti al pubblico che la segue), risulta piuttosto disomogeneo con canzoni decisamente più mature di altre. Credo tuttavia che gli album più sentiti, proprio perché più veri, siano quelli imperfetti e adoro i colpi diretti. Questo è per me Radical chic un cazzo. Un disco arrabbiato, se vogliamo, ma soprattutto il frutto di una sensibilità trasparente che dà vita a parole senza filtri né sovrastrutture. Spesso sono degli elenchi, crudi, come quello de Gli incubi di un tubetto di crema arancione (“non vengo più, non vibro più, non penso più, non odio più, non scendo più, non chiedo più, non tocco più, non mordo più”) o di Preghiera (“che Dio ci protegga… dalle idiozie, dagli altari, dagli inverni e dai predicatori… dal bisogno, dai ricordi rubati… dalla coscienza, dal perdono… dai troppi volti… dalle rinunce, dai conti perfetti, dalle parentesi, dalle rughe mai vissute… dai vuoti violati, dal futuro recitato come una preghiera”) che hanno l’effetto di mettere l’ascoltatore fuori combattimento; oppure sono ballate rock che devono esplodere (Mondo indistruttibile e La crocifinzione) o cover da brivido (Direzioni diverse de Il Teatro degli Orrori ); e ancora brani strumentali densi di atmosfera (Il giorno della neve), ma sopra tutto il riscatto divino de Le nostre vergogne (considereranno sempre le nostre emozioni tristi ed inutili attorcigliandosi nella loro fiera banalità… Crollerai, canteremo le vergogne ancora a lungo… Scapperai, proveremo il disgusto di chi è ancora nullo”). Ingredienti che rendono speciale questo disco d’esordio.

Credits

Label: Disco Dada Label – 2012

Line-up: Ilenia Volpe (Testi e musiche)

Tracklist:

  1. Gli incubi di un tubetto di crema arancione
  2. La mia professoressa di italiano
  3. Mondo indistruttibile
  4. Indicazioni per il centro commerciale
  5. Prendendo un caffè con Mozart
  6. Direzioni diverse
  7. La crocifinzione
  8. Le nostre vergogne
  9. Il giorno della neve
  10. Fiction
  11. Preghiera

Links:Facebook

La mia professoressa- Video

Ti potrebbe interessare...

Travis_LA_Times_album_cover_artwork_review

L.A. Times – Travis

Succede che trascorrono 25 anni in un soffio e ti ritrovi a fare i conti …

Leave a Reply