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Una gita a Valdazze sognando la realtà: intervista a Mirco Mariani (Saluti da Saturno)

La fantasia di Mirco Mariani è delicata e raffinata: il nuovo e secondo disco dei Saluti da Saturno, Valdazze, ne canta la magia e ne dipinge le morbide figure. C’è qualcosa di così intimo nei brani dei Saluti da Saturno che nell’ascolto si prova quasi imbarazzo, come di fronte a qualcosa di puro.
A tutela della sua vulnerabilità, l’unica via percorribile per avvicinarci a questa purezza, è il sogno, e così le nostre domande si rivolgono a Mirco con un piglio insolito per un’intervista. Le risposte tornano a noi solleticate da un’onirica ironia, di quelle che portano ad un sonno sorridente, che piace a noi e a chi ci guarda dormire. (Tra noi è in streaming autorizzato; foto di Emanuele Gessi)

Ho ascoltato più volte il vostro nuovo ultimo disco, ma difficilmente riesco a ritenerlo tale. Secondo me è a tutti gli effetti un viaggio. Vero?
E’ forse una gita, una gita  sonora. Che parte dalle Ocarine di Budrio per arrivare all’Intonarumori Futurista, per poi attraversare paesi abbandonati abitati da strumenti dimenticati: il Pianoforte a Cristallo, l’Ondioline, il Cristallarmonio, l’Optigan, la Glassarmonica, la Sega Sonora, la Celesta che sono per noi ottimi compagni di viaggio e fondamentali per tracciare il nostro percorso sonoro sognante.

Qual è la meta? Valdazze è un (non)luogo, che va al di là della geografia. Ho l’impressione che tutti abbiano una loro privata e personale Valdazze: dove la possono trovare?
Valdazze, noto come il Villaggio del Cantante, è il luogo ideale per serate da intrattenimento,  un po’ come una seconda casa, dove ci si può ancora incantare, incontrare e lasciarsi  trasportare lontano dall’aria che profuma di indefinito, dove possono succedere cose inaspettate.

Quanti e quali bagagli? Cosa è indispensabile portare con sé nel viaggio?
La prima cosa  fondamentale è che a Valdazze ci si vada accompagnati da un Maestro di Cerimonia che ti aiuti nel sentirti cittadino del Villaggio, che ti guidi alla scoperta dei luoghi più misteriosi e nascosti.
In valigia si consiglia di portare sempre dei tarocchi perché, prima di prendere anche la più piccola decisione, è conveniente consultarli. Il terreno è insidioso e ci si potrebbe imbattere in cambi di tempo  repentini e sincopati.

Ok, deciso. Partiamo. Abbiamo detto che non sarà un viaggio in solitaria: chi altri incontreremo?
Ogni volta può succedere di incontrare cose e situazioni diverse, non è facile prevedere quello che ti può aspettare. Durante un’ultima visita in uno dei luoghi più suggestivi ed importanti, Via John Lennon (completamente immersa nel bosco però ufficializzata con tanto di cartello bicolore), mi è successo di sentire uno strano rumore avvicinarsi e trovarmi a tu per tu con una bellissima coppia di cervi al galoppo. Penso sia l’unica Via John Lennon al mondo che ti possa regalare un incontro così ravvicinato con tale specie animale.  Valdazze è un luogo imprevedibile e a volte anche incomprensibile…  in pieno stile Pianobar Futuristico.

Che paesaggi vedremo? Quali altre immagini dipingono questa “gita”?
Di solito la più bella immagine che si ha quando si passa un’intera giornata al Villaggio è quella dello specchietto retrovisore della tua auto, mentre stai tornando a casa. I personaggi che si possono incontrare a Valdazze nel periodo di alta stagione, cioè nel periodo delle grandi gite condominiali da Pianobar, sono i più vari, ma tutti legati da un’unica passione: il desiderio di condivisione e la capacità di creare grandi emozioni dal nulla.

Un viaggio sensoriale, nel quale il suono ha una enorme importanza, giusto? Che suoni cerca chi è diretto a Valdazze?
Il suono dominante è quello del vento silenzioso e dell’aria che Profuma di vuoto, tutto sembra muoversi in punta di piedi e in contromano. E’ per me una scuola del risveglio dei sensi e del suono, come  una scatola che ti regala una sorpresa infantile. La meraviglia del suono e la semplicità delle cose.

Valdazze è un sogno o a Valdazze si sogna?
Valdazze è il sogno del suonatore da Pianobar, che nasce dal sogno, e che accoglie gente che dal sogno vuole costruire la propria realtà.

In tutto ciò, dove sta Saturno?
Saturno sta nella gioiosa malinconia che arreda le strade e l’atmosfera del Villaggio, che dentro di sè alimenta  quella voglia di cambiare e ricercare un nuovo punto di partenza, almeno con la fantasia là dove la musica è la navicella spaziale che ti permette di viaggiare lontano.

Quindi a Valdazze esiste la malinconia?
Io Penso che sia stata inventata proprio lì, tra le vie del centro storico. Però è quel tipo di  malinconia gioiosa e surreale, contagiosa, che aiuta a pensare e ti fa sentire meglio. E’ il punto di partenza e il punto d’arrivo.

L’arrivo alla meta l’ho immaginato con una grande festa, dove tutti accorrono, ti accolgono come al ritorno di un fratello. Si fa baracca, si brinda. Come si intona un brindisi a Valdazze?
E’ d’obbligo che il brindisi a Valdazze venga introdotto dall’Intonarumori, il simbolo della libertà musicale dove l’equivoco può diventare univocità, un messaggio dalla forza disarmante che fa capire che le grandi cose  nascono  spesso dalla condivisione e dalla casualità dell’incontro. E dove ti torna voglia di ascoltare. Perchè  a Valdazze tutti hanno diritto di cantare, ma sottovoce.

Tra noi – Preview

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