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1979 – Casa del mirto

Una casa in campagna, il sole caldo, una bibita fresca da sorseggiare seduti accanto ad un mirto in fiore. Più in là un vecchio flipper, col quale non si è mai grandi abbastanza per giocarci un po’. Quella descritta, oltre ad essere la mia giornata di relax ideale, è l’atmosfera idilliaca di 1979, disco di casa nostra ad opera del trentino Marco Ricci, alias Casa del Mirto. 1979 è vivere in equilibrio tra passato e presente, visti i chiari rimandi al synth pop degli anni’80 e l’inclinazione del gruppo a seguire la scia di grandi nomi dell’attuale scena glo-fi internazionale tra cui i Toro Y Moi. Nell’album predominante è l’uso di sintetizzatori ed effetti elettronici, a cui si affiancano rumori di fondo e fruscii per un suono imperfetto, distorto (a bassa fedeltà o lo-fi) che dona al disco un tocco vintage. Un’altra caratteristica importante che accomuna tutte le tracce è l’impiego della voce come se provenisse da stanze lontane. E allora, volete fare quattro salti sotto i luccichii della strobosfera? Agghindatevi di pailettes e lustrini e lasciatevi trascinare dal mood di The Right Way ed I Know. Ritmi più lenti, malinconici e sognanti che fanno pensare ad un ambiente più intimo dalle luci soffuse, proprio dei salottini delle dance floor di quegli anni, sono da individuare in Deep In Your Mind, ballata dalle movenze leggiadre e sensuali, e The Haste, trip allucinogeno che costituisce la ciliegina sulla torta dell’album. La chitarra acustica in Pain In My Hands porta alla mente, invece, immagini di tranquilli e nostalgici pomeriggi in quella casa di campagna dove in solitudine ci si disseta con una bevanda ghiacciata oppure si brinda assieme agli amici. Altri momenti degni di nota vanno cercati in Killer Haze, dove sembra di viaggiare tra le imperscrutabili galassie dell’universo grazie al synth che riproduce il dolce e altalenante suono di un flauto, e in Faces che tiene l’orecchio dell’ascoltatore incollato alle cuffie proprio come un videogame ci teneva legati allo schermo da piccoli; ra cinguettio di uccelli e clima californiano, nel brano emerge qua e là il sound festoso dei giochi antenati di playstation e company.
Il disco nel complesso rappresenta un boccone prelibato per tutti coloro che guardano con sorriso e rimpianto ai tempi andati; volendo trovare il cosiddetto “ago nel pagliaio” si può scorgere poca variabilità nelle melodie, per via di suoni ed effetti che si ripetono tra alcune delle dodici tracks.
Ma prima che il game over lampeggi sul display del nostro amato pinball, un interrogativo sorge spontaneo: chi è la donna della copertina? Un tenero istante di vita quotidiana, conservato in una foto. Chissà che non ci venga svelato in un prossimo album! Ragazzi, vi attendiamo con impazienza.

Credits

Label: Mashhh! Records – 2011

Line-up: Marco Ricci (programmazione e voce) – Mirko Marconi (chitarra) – Luigi Segnana (basso)

Tracklist:

  1. History
  2. The right way
  3. The haste
  4. Pain in my hands
  5. Killer haze
  6. White chapel
  7. Fairy tales for moonwalkers
  8. Faces
  9. I know
  10. Club mare
  11. Deep in your mind
  12. Life is a mess

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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