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La riproduzione dei fiori – Marco Parente

L’ho ascoltato per giorni. Nel silenzio della sera poco prima che la notte inventasse altre bugie. Nel traffico, con la testa che cercava un varco e il cuore che spingeva in avanti, paziente della pazienza che spesso dimentico. Dentro all’alone primaverile di un inverno che non se ne vuole davvero andare. All’alba, in un mattino di occhi bene aperti, dopo nessun sonno. La domenica, al risveglio, con il profumo del caffè che mi osava un abbraccio. Nelle ore bucate di un lunedì qualunque, nato di sbieco, cresciuto a pezzetti. Mi è sceso in gola, sotto pelle, nelle pieghe del collo. Mi ha riempito i segni che lascia il tempo scorrendoti sulle tempie, fra le mani; le mie rughe, le nostre piaghe, il profumo solerte delle corolle: quando si aprono, quando guardano, come si spogliano. Ha sollevato la memoria della Neve, quella Ridens, ed è andato oltre. Si è spinto altrove, in un dove di gentili ricatti, diavoli saggi, correnti contrarie, volti scarni e bellissimi, poesia, mani morbide e appuntite, Amore in agguato: Amore scandito (Il diavolo al mercato), che sa quando riprendere fiato (Dare Avere); notti (paure) rapprese ai piedi del giorno, quello che verrà sempre; anima venduta al mondo, alla fame d’anima che ha il mondo. Ha giocato, con me e l’altra me, la parte di me che potrebbe somigliare a voi (anche se non ci conosciamo); l’ha fatto senza se ma con un ma: “il gioco è una cosa seria (sacra) / solo il bambino lo sa” (Il Diavolaccio). Mi ha ammonita: “fatti il bene / fotti il male / perché vivere bene ti fa bene” (La riproduzione dei fiori). Sono caduta, come l’ultimo dei frutti (Sempre). Mi sono arresa al lusso di quel “niente che vuol dire tutto per me adesso” (Il diavolo al mercato). Ho sputato il sasso che tenevo in bocca (DJJ) ed il vento ha risuonato: perfetto, soffice, nudo; come un vangelo, laico, fuori moda, soffiato nel vetro, perché la trasparenza può non essere un reato. Perfetto, trasparente, soffice, nudo: La riproduzione dei fiori. Eccolo. Un Marco Parente ancora una volta nuovo eppure inconfondibile, regista e poeta, dalla voce peculiare e sempre più attenta, tiepida, capace di intimità e resa. Gli undici pezzi dell’album si muovono casti e purissimi, nitidi, corpi filiformi, dalla tempra acustica, di arrangiamenti sofisticati della semplicità, della forza, che sola conosce la seta. Charles Baudelaire e i Rolling Stones, Walter Benjamin e i Radiohead, Cesare Pavese e il mare. Niente è quanto sembra, tutto è esattamente ciò che deve: “l’acqua nei laghi / l’ago che punge / tutto come prima – l’uomo alla donna, la donna all’amore (Il Diavolaccio). Cercatelo e vi troverà, ovunque vi nascondiate. Dal 7 marzo.

Credits

Label: Wholand – 2011

Line-up: Marco Parente con Andrea Angelucci (basso), Andrea Allulli (piano, tastiera), Emanuele Maniscalco (batteria), Asso Stefana (chitarra)

Tracklist:

  1. Il diavolaccio
  2. La riproduzione dei fiori
  3. C’era una stessa volta
  4. Sempre
  5. La grande vacanza
  6. Bad man
  7. L’omino patologico
  8. Il diavolo al mercato
  9. DJJ
  10. Shakera
  11. Dare Avere

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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