Particolare l’Ep dei Malvachimica, trio di giovani ragazzi toscani. Nei cinque brani, infatti, si passa da atmosfere decisamente pop ad altre di ricerca indie rock. Il primo pezzo Malcomune è energico, ma limitato da un testo un po’ banale, probabilmente riconducibile alla giovane età dei ragazzi. La voce di Filippo Conticelli, invece, bella e personale emerge subito anche se la si apprezza maggiormente a partire da Parlo alle allodole, brano intimo e dalle sonorità molto più interessanti. Una ballad dolce e scura, questa, in cui la voce del frontman disegna percorsi intensi e dissonanti sostenuta da chitarra e sezione ritmica efficaci. Accattivante ed orecchiabile I Vigneti, ma decisamente pop e non di uguale effetto. Con Lo zio d’America assistiamo ad un nuovo cambio di registro, basso e batteria decisi e brillanti, intro affidata alla chitarra elettrica carica d’attesa, e finale che vede quasi sfidarsi la bella voce di Filippo, qui urlata, con chitarra, basso e batteria che in una coda noise mostrano tutte le loro potenzialità. L’isola che dichiara apertamente, ancora di più degli agli altri brani, l’influenza del rock americano, chiude questo lavoro che alterna picchi musicali notevoli ed altri di poca originalità e pregnanza, ma se i Malvachimica sapranno portare avanti con coraggio la strada intrapresa nei momenti migliori di Dipende dai giorni potrebbero riservare in futuro belle sorprese.
Credits
Label: Forears – 2010
Line-up: Filippo Conticelli (voce – chitarra) – Leonardo Fontanelli – (batteria) – Alberto Coppola (basso)
Tracklist:
- Malcomune
- Parlo alle allodole
- I Vigneti
- Lo zio d’America
- L’isola
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