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La stessa barca – 24Grana

La città vive di un centro e del suo contorno, ovvero la periferia. Trattandosi di Napoli il centro non ha assonanza con quelle parti alte della collina da cui tutto il rumore appare assopito nello scintillio confuso tra terra e mare, una cartolina: si dice così da queste parti. Napoli da certi punti è un’illusione, come una cartolina appunto. Ma il centro è un’altra cosa, un’altra orchestra di odori e di colori, un altro lessico di suoni e di volti. Il centro è un dedalo intricatissimo di vicoli dove la tradizione e la storia sono ancora carne e non parole con cui etichettare. Al centro la musica la senti, è nello spirito e nei gesti della gente. Gente estrema, nel bene e nel male. E la periferia è cemento, disagio, emarginazione, eppure reazione, eppure speranza.
Centro e periferia: due punti di riferimento per quegli anni 90 che a Napoli segnarono un fermento culturale e sociale tradotto da un fiume di musica che infuocava le piazze con canzoni manifesto di una generazione su cui si sarebbe abbattuta l’onda della politica delle bassezze. Erano gli anni d’oro delle posse e del dub.
In questa scena si imposero i 24Grana, che avevano nel nome stesso (riferimento ad una moneta povera in uso nel regno di Ferdinando D’Aragona) un elogio della tradizione popolare e uno stile alieno da ogni logica degli interessi.
Centro e periferia. Vicini alla realtà con tutte le sue problematiche, con tutte le sue figure complesse.
Allora come oggi, dopo dischi importanti, maree di live (in Italia e all’estero) e acclamazione di pubblico e critica. Dub, psichedelia, blues, new wave, con un’attitudine rock e un istinto alla melodia unici. Hanno sempre conosciuto il segreto della contaminazione, arrivando a mettere in piedi canzoni di piglio sostenute da architetture testuali in bilico tra la vita di strada e la poesia. La scrittura di Francesco Di Bella ha sempre avuto un taglio trasversale, riuscendo a comunicare in modo semplice e diretto uno sguardo acuto e profondo, sia che si servisse del dialetto sia che si servisse dell’italiano.
I 24Grana sono ancora così oggi, quando lanciano al mercato discografico La stessa barca. Un titolo che è un messaggio preciso: in un clima di globale decadenza è l’unione delle coscienze a poter salvare.
Dieci canzoni urgenti e vive. Lasciano inalterate le loro influenze di sempre, eppure le bagnano in un elisir di nuova vita restituendo alla luce un suono moderno, curato, irresistibile, godibile. Merito di una composizione ispirata e dello zampino di un certo Steve Albini (Nirvana, Pixies, PJ Harvey, Robert Plant, The Stooges, Mogwai, tanto per citarne alcuni!) con cui hanno passato del tempo prezioso presso gli studi Electrical Audio di Chicago. Merito di quell’energia live che hanno deciso di ricreare registrando in presa diretta e in analogico. Riff prepotenti e incisivi, una sezione ritmica precisa e corposa, una voce in equilibrio sulle parole che non inventano costruzioni ruffiane, ma raccontano gli umori e i respiri di una città attraverso gli occhi di un Di Bella in piena forma. Un universo di storie, in cui i due estremi sono Malevere (racconto crudo della sopraffazione in carcere) e Germogli d’inverno (accento su quelle variabili che rendono l’inatteso possibilità di gioia): la presa rock e la ballata, il napoletano e l’italiano, la denuncia e la riflessione interiore.
E il cambio di line up, con l’ingresso di un eccellente Allessandro Innaro (Epo, Marina Rei, Libera Velo, Mbarca, Bentaleb) al basso, non scalfisce una delle band più rappresentative della scena partenopea, e non solo.
Un disco che si lascia ascoltare, fluido e intenso.

Credits

Label: Sintesi 3000/Edizioni La Canzonetta

Line-up: Francesco Di Bella (voce, chitarra) – Giuseppe Fontanella (chitarra) – Renato Minale (batteria) – Alessandro Innaro (basso); produzione artistica e arrangiamenti: 24 Grana; registrato e missato da Steve Albini presso Electrical Audio Studios, Chicago, Illinois, nell’agosto 2010; masterizzato da Jason Ward presso Chicago Mastering Service

Tracklist:

  1. Salvatore
  2. Cenere
  3. Ombre
  4. Ce pruvate Robé
  5. Malevera
  6. Turnamme a casa
  7. La stessa barca
  8. Germogli d’inverno
  9. Stop!
  10. Oggi rimani laggiù

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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