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Il sogno antico della sobrietà: Lucia Manca e Giuliano Dottori @ Teatro Comunale di Novoli (LE) 10/12/10

Il teatro comunale di Novoli è una bomboniera dai colori antichi, di quelle che ritrovi in quei soprammobili di cristallo che capovolgi per far nevicare. In una fredda serata salentina, che concederà agli sgoccioli, manco qualcuno avesse davvero di nascosto capovolto e agitato la sfera, anche qualche soffice fiocco di neve. L’atmosfera creatasi in questa elegante scatoletta appena restaurata è suggestiva, tiepida e fascinosa, un ottimo contorno per le movenze calde e danzanti della cantautrice che di lì a poco vi si esibirà.
Si chiama Lucia, la ragazza dalla voce elegante. Ha un sorriso che sembra rubato ad una bambolina di porcellana, abiti d’epoca tirati fuori dal cassettone in soffitta ed una sensibilità fra il sogno ed il reale che ha da subito colpito Giuliano Dottori (cantautore e chitarrista degli Amor Fou), che ha voluto concedere la sua produzione artistica ed il suo lavoro agli arrangiamenti per il disco d’esordio che verrà alla luce nei prossimi mesi. E questa sera è proprio lui ad accompagnare in veste di pianista, chitarrista e corista questo live di Lucia a conferma di un sodalizio artistico e di un affiatamento che non potrà che dare i suoi buoni frutti.
Lucia Manca è una cantautrice discreta seppur dotata di una vocalità tra le più interessanti oggi in Italia. Le sue canzoni, la sua esibizione, il suo presentarsi al pubblico, sono movenze galleggianti che non decollano mai o lo fanno senza che ci si accorga di loro, come rumori sospesi volti a non esplodere, per dirlo alla Cristina Donà. Un sogno antico (dal titolo della prima canzone estratta dal disco ed eseguita in apertura) che assomiglia a quei ritratti primaverili, pomeridiani ed intimisti della cantautrice milanese sopracitata, a cui la nostra in più di un’occasione pare essere devota anche come scelta timbrico/vocale, ma senza mai eccedere di troppo manierismo. Canzoni sobrie, eleganti e dichiaratamente melodiche che pescano dal retroterra della canzone leggera italiana (Giochi Ancora, Dolce Primula, la cover di Pino Donaggio Una Casa in Cima al Mondo), dal romanticismo più malinconico delle vocalist degli anni 60 ma con arrangiamenti eclettici che strizzano l’occhio al rock, al folk ed alla psichedelia.
L’esibizione di Lucia e della preziosissima band che la accompagna, seppure penalizzata  un po’ da problemi tecnici dovuti ad un blackout e da qualche tempo morto di troppo, non è avara di momenti anche abbastanza emozionanti, ricchi di atmosfera e dolcezza. E’ un’empatia ed un’energia buona che il pubblico in teatro assorbe ed apprezza facendo propria. L’apporto di Dottori, soprattutto nel lavoro di arrangiamento, fa la differenza ed aggiunge le giuste sfumature a canzoni che, nel loro istinto garbato e posato, brillano già di luce propria.
Ora non resta che aspettare l’uscita dell’album per poter tirare qualche conticino in più, consapevoli che quello a cui abbiamo assistito questa sera è uno di quei live che aggiunge qualcosa in più alla musica italiana e concede tepore ad un’anonima giornata invernale rendendola, probabilmente, una serata da ricordare. (Foto 1 di Andrea Gu Alemanno, foto 2 di Giovanni Ottini)

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