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Chi ti nutre veramente: Perturbazione@Carroponte (Sesto S.Giovanni, MI) 28/07/10

perturbazione_live0710Mercoledì 28 luglio 2010. Piove a macchie, furtivamente. Di una sera di gocce sporadiche e cuori aperti. Di una sera di vento leggero ed emozioni fortissime, di energie che si mischiano e rinascono nuove, un poco più pulite, un poco più vere. Un’ora di musica, una soltanto, e risciacquarsi il viso, le mani, in un fiume in piena, correnti che conoscono la direzione della fatica, che insinuano il gusto della giovinezza come ammissione, della consapevolezza come grembo. Ti accolgono, i Perturbazione. Lo fanno a braccia bene aperte, a chitarre spianate, con la buona educazione dell’esperienza, la sfrontatezza del loro disordine fatto di simmetrie e slancio.

Niente istruzioni per l’uso, tutto al proprio posto. Il senso e la misura covano sotto pelle, nel sudore da non nascondere, negli accenti rock appoggiati alla morbidezza di quel benedetto archetto, fra le orme ritmiche, lungo i bordi di parole che sono la semplice, semplicissima virata del respiro in direzione memoria. Perché i ricordi veri sono così: adolescenti eppure già vecchi, sfacciati eppure timidissimi, ingarbugliati eppure nitidissimi. Accordati. Veri. E loro lo sono, veri. Le loro note, i testi, gli odori. I loro anni, il tempo, le canzoni. Le loro canzoni, le nostre. Mondo tempesta, Nel mio scrigno, Del nostro tempo rubato, Battiti per minuto, Mao Zeitung, Il senso della vite, Agosto: le nostre canzoni. Capita di piangere, a testa alta. Capita di ridere, di sorridere. Capita di ballare, di alzare gli occhi al cielo, di abbracciare chi, da lì accanto, può indovinarti i sensi messi a nudo da certa delicatezza, certa rabbia, certe malinconie. Capita di perdersi, tradotti da uno sguardo attento e generoso: More than this, lo senti chiaramente, there is nothing. Questione di autenticità, di lucida incoscienza, di coraggio, di coincidenze, quelle che dismettono i panni del caso ed indossano gli accordi della poesia: la poesia umanissima della bellezza acqua e sapone, dell’amore ferita, di certa generosità, dell’essere padri, madri, professionisti, folli, lavoratori e idee. “Siete belli, bellissimi”. Salutano così, i Perturbazione. Dopo averlo guardato in faccia, quel pubblico, dopo averlo annusato, dopo aver bevuto con lui dell’ottimo vino. Capita che tornino, che dalla transenna, ad amplificatori spenti, giochino con Vomito!. Capita che si siedano e la musica ricominci. Ma questa è un’altra storia. Bella, bellissima. Come loro. Come tutti loro. (Foto di Alessandra Di Gregorio; Lost Gallery)

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