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Dissolution – Paolo Benvegnù

cover_dissolution-200Delle ricordanze. Dell’entropia generata dall’incontro, disordine di stomaci e impatto al suolo. Della dissoluzione della forma in liquido di china, inchiostro sanguigno, sostanza di voce rotta, enorme, spaccata in battito, vera come la sete, come un abbraccio che si protrae oltre la parentesi delle braccia. Del lessico delle pulsioni, delle energie quando si fondono, si con-fondono; parole scritte a mano, a grossi tratti, corsivi, sulla pelle della memoria, fra le righe delle cure, del cuore, di quella macchia d’attimo che è uno sguardo attento, lo sguardo quando scava, quando ingoia la vita per restituirne di più. Dell’Amore assoluto e necessario, fatto di sudore e resa, di pudori, di bestemmie e preghiera, d’attese e contemplazione. Live, come la passione, come i morsi della fame. Vivo, dal vivo, nudo, vero. Dissolution è il nuovo album di Paolo Benvegnù. È un segno e un gancio, l’occasione e la conferma: è la carne e le ossa, il respiro dei pezzi, uno ad uno, ciascuno un brandello di fiato, l’ossigeno dopo la fatica, durante un amplesso, ai bordi della sera, contro la corrente, d’ombra agli incantesimi, fra le costole delle intuizioni, di soprassalto al buio, davanti allo specchio. Ossigeno. Respirate, le canzoni mordono, si consumano le mani ad arrivarci al ventre, vestite dell’afflato di cui solo Lui è capace, di cui loro, i musicisti, i suoi compagni di viaggio, sono perfetti complici. Roma, quella sera, deve aver vibrato. Roma, quella sera, deve aver avuto il cuore in gola. Che fosse dicembre importa poco. Importano i corpi, la filigrana di archi e fiati, il diaframma inarcato a ponte, la presenza degli amici, quelli veri, quelli che di te non si dimenticano. Importa il sentirsi a casa, finalmente e di nuovo a casa, in quel luogo-grembo in cui mutano i pezzi, spazio-viscera di pugni e candori, di una bellezza che non abbaglia ma avvolge, s’insinua, scandisce, ti scuote, ti conforta di nuove attitudini, di sempre nuove simmetrie. Il cuore pulsante del disco è il disco stesso, dalla A primitiva, dissacrante di Io e il mio amore (studio) alla Z carnosa, magmatica di Who by fire (Leonard Cohen, cover, studio). Il bandolo del disco è la Verità, quella non mentita dei cuori aperti, delle anime esposte, dell’assenza di misura. Da La schiena a Il sentimento delle cose, da Suggestionabili a Troppo poco intelligente (Scisma). Candore e violenza si misurano l’un l’altra: l’emotività vince sulle buone educazioni, lo stomaco vince sulla discrezione. Gli strumenti la sanguinano questa musica lembo. La voce è dimensione, geografia, marea. Si ama smisuratamente qui. E smisuratamente si muore. Smisuratamente ci si offre, si sbaglia, si cresce, si rinasce. Canzoni da re-imparare, libere, liberate: versioni uniche, pagine scritte da un fuoriclasse dell’indipendenza, cordoni ombelicali di una storia artistica che è un evo a parte, un autunno a parte. Rarità.

Credits

Label: La pioggia dischi/ Venus – 2010

Line-up: Paolo Benvegnù (voce, chitarrella romana) – Michele Pazzaglia (Ludibrio e mixaggi, tromba come affermazione) – Guglielmo Ridolfo Gagliano (violoncello, pianoforte, partiture e chitarre) – Igor Cardeti (chitarre elettriche) – Luca Baldini (basso, pianoforte,voce) – Andrea Franchi (batteria, organo CRB,voce) – Mariel Tahiraj (violino) – Francesco Catoni (viola) – Paco Mengozzi (violoncello) – Spinella Dell’Avanzato (flauto traverso) – Simon Chiappelli (trombone) – Filippo Brilli (Saxofono) – Enrico Boschi (Sympathetic_ drums, Controllers); artwork di Roberta Maddalena aka BiRò (www.drawinginthekitchen.com)

Tracklist:

  1. Io e il mio amore (studio)
  2. La schiena
  3. La distanza
  4. La peste
  5. Il nemico
  6. Il sentimento delle cose
  7. Quando passa lei
  8. Suggestionabili
  9. Jetson high speed
  10. È stupido
  11. In dissolvenza
  12. Rosemary Plexiglas (feat. Manuel Agnelli)
  13. Troppo poco intelligente
  14. Cerchi nell’acqua
  15. Catherine
  16. Who by fire (studio – Leonard Cohen)

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Io e il mio amore – Preview

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