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Star bell jar (the spirit of Christamas wont’ set me free till nex summer) – Levis Hotel

levishotelNatale è passato da pochissimi giorni ma ancora si respira l’aria di festa. Sembra proprio che sia il momento giusto per presentarvi Star bell jar (The Spirit of Christmas won’t set me free till next summer), disco d’esordio dei Levis Hostel, italianissima formazione di Pescara. Lo spirito di Natale non ci abbandonerà fino alla prossima estate… Si tratta di una speranza oppure di una minaccia? Di un bene o di un male? Chi lo sa… Quel che è certo è che i Levis Hostel giocano molto e con grande ironia, fin dal titolo e dalla copertina di questo disco sulla quale campeggia un’immagine uscita direttamente da un manifesto pubblicitario di un musical americano degli anni ’50. A questo punto, letto il titolo e vista la cover, che idea vi siete fatti?Cosa vi aspettate? Allegre melodie natalizie, spensierati motivetti pieni di buoni sentimenti? E invece no. L’atmosfera del disco ha poco a che vedere con tutto ciò e ci riporta piuttosto all’ambiguità misteriosa del glam, al travestitismo di David Bowie e alla sua voce, al rock degli anni 70 e 80.
Loony bin è una canzone dal ritmo vorticoso, molto vivace e divertente e che già contiene in nuce gli elementi di forza di questo disco, come il trasformismo della voce di Ezio Permattei, cantante, autore e ideatore dell’intero progetto, che riesce a passare dal timbro sussurrante delle prime strofe, quasi parlate, a tonalità decisamente più aperte. Intrisa dell’anima di Bowie è You’re So Much Better Than The Rest, forse il pezzo più bello del disco. Si tratta di un brano che definirei corale, polifonico, multiforme e che per lo stile mi ha fatto tornare in mente Labyrinth, film fantasy di cui è stato protagonista proprio il celeberrimo cantante britannico, popolato di personaggi fantastici, di atmosfere talvolta poco rassicuranti ma molto ammalianti. Molto interessante è anche Me and the Diver, una ballad per nulla convenzionale, un dialogo continuo tra la voce maschile e quella femminile. Un brano da musical? Non proprio, perché anche in questa occasione il limite fa il serio e il faceto è piuttosto labile e soprattutto ci sono davvero più voci?
Ecco, forse questa può essere la chiave di lettura di questo disco: il continuo giocare con la realtà, il passaggio continuo tra piani diversi, l’utilizzo sapiente degli strumenti a propria disposizione. Un disco che non solo è piacevole da ascoltare ma che può diventare una riflessione sulla musica stessa, sui generi, sulla storia. Non a caso l’album si conclude con Here, cover dei Pavement, band americana nata in California alla fine degli anni ’80, simbolo di una tendenza musicale che faceva del suono non lavorato, dell’amatorialità, la sua cifra stilistica.  Un’amatorialità che è solo apparente, perché l’ironia, la capacità di usare gli strumenti e i generi musicali possono nascere solo se si hanno dei solidi punti di partenza.

Credits

Label: Persian Surgery/Outline – 2009

Line-up: Ezio Piermattei (voce, chitarra, mellotron) – Silvio D’Angelo (chitarra, FX) – Lorenzo Falcone (batteria) – Fabio D’Onofrio (piano) – Gianni Ciancone (violino, viola)

Tracklist:

  1. Loony Bin
  2. Margarine Lover
  3. You’re So Much Better Than The Rest
  4. The Weight
  5. Me And The Diver
  6. Pink Cocoon
  7. Ford Madox Brown
  8. Doctor Jones Again
  9. Good Morning Judy Asquith
  10. Here

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