Home / Recensioni / Album / Low Fare Flight to the Earth – Paolo Baltaro

Low Fare Flight to the Earth – Paolo Baltaro

paolobaltaroL’autunno che sta arrivando porta con sé, tra le molte uscite discografiche, il disco d’esordio solista di Paolo Baltaro dopo l’esperienza Arcansiel. Si tratta di un’opera nella quale l’artista si rimbocca le maniche, compone, canta e suona quasi tutti gli strumenti da solo; che sia un album sentito non c’è alcun dubbio. Volendo, potremmo definirlo un disco pop-rock, di matrice albionica piuttosto che italiana, nonostante questa definizione non sia sufficiente a spiegarlo. Una bella composizione variegata, che guarda al passato senza fossilizzarsi nelle proprie ispirazioni. Musicalmente, i rimandi sono diversi: si viaggia tra il rock più classico e aperture pop. Un debito d’amore, esplicitato maggiormente forse proprio nella title track, Low fare flight to the earth, è sicuramente nei confronti dei Pink Floyd: piace il modo in cui Paolo Baltaro ha saputo appropriarsi delle suggestioni più classiche come anche delle atmosfere rarefatte della band, giocando intelligentemente anche con cori e seconde voci, tessendo sulla melodia una trama vocale compatta, piena, armonica. Il disco di Paolo Baltaro vede la luce a tre anni dall’inizio della scrittura, quasi due anni sono stati impiegati solo per le registrazioni. Una tempistica che ha permesso di realizzare un lavoro sicuro, completo. Non solo ci sono ottimi elementi di partenza, ma gli ingredienti sono miscelati sapientemente. Il risultato è appunto un disco che risulta coerente, ogni canzone è parte di un impasto compositivo omogeneo, del quale spicca, di brano in brano, un elemento diverso: la voce che si strazia e battaglia con le chitarre di Sunny Days, per esempio; magnifico è l’andamento irregolare di Italian Guns, un dondolo di batterie e chitarre che infuriano per poi sciogliersi, con perfetto tempismo, accompagnando quiete un canto ruvido e distorto. Il disco è pubblicato in formato Rewave, quindi composto da lp e cd, quest’ultimo contenente lo stesso master utilizzato per il vinile, senza ulteriori modifiche per ottimizzare il suono. Un tentativo di dare anche al cd il suono caldo del vinile, gioia di tutti gli appassionati del vecchio supporto. Il commiato è affidato, per quanto riguarda il vinile, alla malinconica Get Home, una melodia dolce, chitarre e cornamuse a impreziosirla, ed un canto struggente che sembra provenire da un vecchio giradischi dimenticato. C’è materiale per lasciarsi suggestionare. Il cd contiene un ulteriore brano: Goodnight Paris, ripresa da Do not disturb, disco pubblicato da Baltaro con gli Mhmm. Qui sono sassofono e flauto a disegnare l’ultima atmosfera.
Non c’è che dire, l’album di paolo Baltaro è un’opera interessante. Incuriosisce la sua voce, piace il suo approccio alla musica, passionale ma con la giusta misura. Si percepisce la calma dedicata a questo lavoro, come pure l’esperienza dell’artista. Piace la ricchezza delle melodie, l’utilizzo di molti strumenti.
Quest’opera, malinconica al punto giusto, potrebbe rivelarsi molto adatta all’autunno che si avvicina.

Credits

Label: Musea – 2009

Line-up: Paolo Baltaro

Tracklist:

  1. Good care
  2. Sunny days
  3. I’m checking out
  4. Nowhere Street
  5. Manchester
  6. You’ll never die on me
  7. Low fare flight to the earth
  8. Italian guns
  9. Get Home
  10. Goodnight Paris (cd bonus track)

Links:Sito Ufficiale,MySpace

Ti potrebbe interessare...

Travis_LA_Times_album_cover_artwork_review

L.A. Times – Travis

Succede che trascorrono 25 anni in un soffio e ti ritrovi a fare i conti …

Leave a Reply