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Mud Slide Slim And The Blue Horizon – James Taylor

album-mud-slide-slim-and-the-blue-horizonMud Slide Slim And The Blue Horizon è uno di quei dischi che sembra essere nato per volare di fantasia su un certo tipo di  America, su quell’America che ci piace ricordare un po’ perché siamo figli degli anni ’80 e un po’ perché il presente non sembra appartenere a nessuno. La voce di Taylor sembra fatta su misura per il suo sound, s’incastra bene negli accordi e negli arrangiamenti modellati da maestri dello strumento, ogni passaggio d’ogni canzone deve essere ascoltato in silenzio per capirne l’eleganza e la semplicità. Ogni cosa è al posto giusto e, ovviamente, fin dalla sua uscita credo che sia entrato di diritto nella storia della musica. Gli album che entrano nella storia non moriranno mai, neanche quando il sole si spegnerà, continueranno a riecheggiare nell’universo, mano nella mano con la luce del silenzio.
Love has brought me araund è la prima traccia, splendido l’attacco così liscio, così penetrante, easy life in poche parole. L’arrangiamento di chitarra di Taylor è studiato a pennello, è come dovrebbe suonare un chitarrista di tutto rispetto. Buttare qualche nota qua e là nei punti cardini del brano, nei punti dove l’ascoltatore le può sentire. Il ritornello completa il pezzo nella sua semplice e un po’ commerciale bellezza, brillante e positiva. You’ve got a friend, cosa si può ancora dire su questo pezzo che non sia stato detto? E’ un brano figlio del mondo, tutti noi abbiamo avuto a che fare con vicende che hanno attinenza con l’amicizia nel bene e nel male, e nonostante tutto riesce sempre a catturarti. E poi diciamoci la verità: James Taylor è un maestro nel riprodurre un certo tipo di musica in acustico. In Riding on a railroad il cantautore ci scorta nella parte dell’America meridionale più nascosta, più calda della Carolina, con uno splendido violino che ci fa immaginare il luogo in tutta la sua bellezza. Come viaggiare su di un treno in corsa che nove soldati fortunati hanno visto appena passare. Infatti, in Soldiers, uno spettacolare brano acustico, Taylor ci fa immaginare questi nove militi che camminano lentamente all’orizzonte durante una notte stellata, affamati, sporchi e con tante storie da raccontare che tacciono perché sono a casa e vogliono solo che l’indomani possa essere una bella giornata. Hey mister, that’s me up on the jukebox è strumentalmente squisita. Ha tutte le influenze country d’autore, passaggi, arrangiamenti, atmosfera e chitarre. Il bello di queste canzoni è che quando le ascolti ti fanno vedere quello che raccontano, le camicie a quadrettoni, i cavalli e la gente che voleva andare via da una parte d’America bigotta e rimasta sempre la stessa, facendo l’autostoppista pur di avviarsi nella Grande Mela a trovare fortuna. Si può immaginare tutto questo in Mud Slide Slim, puoi chiudere gli occhi, puoi evadere da tutto per un paio di minuti che vorresti non far finire mai. Quest’album ci scioglie in un country simpatico e colorato, miscelato dalla capacità dell’autore di scrivere con fantasia la verità. Musicalmente orecchiabile, è difficile resettarlo completamente. E’ ricco di groove puro e sudato, di groove che si sente in sala, di un groove tranquillo che può essere regalato solo a pochi. La tranquilla Let me ride è un volo di genialità. Sappiamo che la costante compagna musicale di Taylor era Carole King, che infatti lo segue splendidamente anche in quest’album e specialmente nelle due canzoni finali: Highway song e Isn’t it nice to be home again.
Questo è un disco delicato, da ascoltare davanti al camino con una tazza di tè e un buon amico. Pensando, con una piccola lacrima, alla musica di ieri e di oggi.

Credits

Label: Warner Records – 1971

Line-up: James Taylor (guitar, piano, vocals) – Peter Asher (tambourine, backing vocals) – Richard Greene (fiddle) – Gail Haness (backing vocals) – John Hartford (banjo) – Wayne Jackson (trumpet) – Kevin Kelly (piano, accordion) – Carole King (piano, backing vocals) – Danny Kortchmar (guitar, conga ) – Russ Kunkel (drums, percussion) – Andrew Love (tenor saxophone) – Leland Sklar (bass) – Joni Mitchell (backing vocals) – Kate Taylor (backing vocals)

Tracklist:

  1. Love Has Brought Me Around
  2. You’ve Got a Friend
  3. Places in My Past
  4. Riding on a Railroad
  5. Soldiers
  6. Mud Slide Slim
  7. Hey Mister, That’s Me Up on the Jukebox
  8. You Can Close Your Eyes
  9. Machine Gun Kelly
  10. Long Ago and Far Away
  11. Let Me Ride
  12. Highway Song
  13. Isn’t It Nice to Be Home Again

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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2 commenti

  1. Un disco stupendo.
    Forse uno dei migliori di sempre.
    Reputo Taylor un artista a tutto tondo, il suo modo di scrivere, il suo modo di suonare, è qualcosa che che prende dentro.
    Una bellissima rece per un bellissimo disco.
    …e sono d’accordo, musica che va ascoltata con calma, in una giornata serena.
    Una sigaretta, un buon amico con cui condividere dei passaggi, e Highway Song che va.
    Benvenuto a bordo, amico mio.
    Che sia un viaggio degno di questo nome.

  2. Mi è sempre difficile pensare ad un’espressione artistica o ad un artista in termini assoluti. Non so se sia uno dei migliori album di sempre ma sicuramente James Taylor è uno di quegli artisti che fanno la Storia della musica.

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