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No line on the horizon – U2

no-line-on-the-horizonCi sono gruppi che restano per tutta la vita. Che ci sono sempre. Nella buona e nella cattiva sorte. Ci sono gruppi che diventano uno stile inseguito da infinite band nascenti. Gli U2 sono tra questi. Ogni loro disco è un evento mondiale. Gli U2 sono diventati una macchina perfetta. I loro progetti umanitari non sono mai stati abbandonati e nel boocklet vengono riportati ancora tutti  i riferimenti alle campagne adottate nel corso di questi decenni, esprimendo una grande coerenza. Il loro successo è meritato perché sanno cosa significa l’equilibrio tra il pop ed il rock. Curano ogni particolare. Gli U2 con Anton Corbjin, Brian Eno, Daniel Lanois e Stive Lillywhite formano una squadra invincibile.
Un impeto dal nulla. Riflessi concentrici nello specchio di se stessi che si traducono in una sottile linea che lega il passato al presente, quella linea che non riconosciamo all’orizzonte. No line on the horizon parte da Actung Baby per colorarsi in soluzioni melodiche imprevedibili. In ogni brano c’è qualcosa del passato, un’autocitazione per celebrare il marchio U2 che tutti inseguono e pochi riescono ad eguagliare. Magnficient vale tutto l’album. Una lirica d’amore semplice e diretta, come deve essere una canzone pop rock. La voce di Bono Vox è il falsetto che non tradisce e che provoca brividi infiniti. La chitarra di The Edge è sempre puntuale con quelle cavalcate nelle atmosfere eteree dell’impeccabile Brian Eno. L’apertura rarefatta di Moment of surrender è geniale e prosegue in un crescendo melodico possibile solo agli U2. L’apporto della produzione di Daniel Lanois e Brain Eno esalta lo smalto di quei suoni limpidi e chiari degli anni d’oro degli U2. Ci sono brani di dialoghi interiori che si muovono su architetture sinuose e fluide in maniera unica, come in Unknow caller. I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight è cascata epica di gemme di arrangiamenti sapienti. Get On Your Boots è corrente elettrica che brucia i cavi per arrivare al cuore dell’ascoltatore, è l’uncino che può trascinare il pubblico, quello che tutti vorrebbero avere per aprire un concerto. Stand Up Comedy graffia di melodia impulsiva e penetrante. Fez – Being Born si colora di orientale ascesi, qui c’è un grosso zampino di quel genio che è Brian Eno: brividi sulla schiena della verità. White As Snow è neve che cade silenziosa nella luce gialla di una strada solitaria, una ballad che si accende nel calore ineguagliabile di una voce che trapassa l’anima come non mai. Con Breathe il vento del nord si alza senza sosta e travolge tutto con impeto e forza, vi è un cantato veloce che si tuffa in un inciso melodico a cui non si può resistere:  è pop che scava nel cervello e non lascia più. Cedars Of Lebanon chiude con gli occhi di chi vede il vero volto sofferente del mondo.
Poco importa il Lemon jet. Poco importa che ci siano dubbi (ideologici) su quel ragazzo che cantava Sunday bloody Sunday innalzando la bandiera bianca. Gli U2 hanno caratterizzato il suono degli ultimi decenni, che piaccia o no. Conoscono l’equilibrio della semplicità per arrivare a tutti. Questo si chiama POP e non a tutti riesce. Le critiche eventuali sono inutili contro la perfezione, contro una Voce Unica!

Credits

Label: Universal-Island – 2009

Line-up: Bono Vox (voce) – The Edge (chitarra) – Larry Mullen (batteria) – Adam Clayton (basso).

Tracklist:

  1. No Line On The Horizon
  2. Magnificent
  3. Moment Of Surrender
  4. Unknown Caller
  5. I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight
  6. Get On Your Boots
  7. Stand Up Comedy
  8. Fez – Being Born
  9. White As Snow
  10. Breathe
  11. Cedars Of Lebanon

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