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All The Plans – Starsailor

starsailorLa leggerezza dentro il vortice di un rock declinabile e contaminato, derivabile e affascinato. La profondità di una bellezza figlia dell’istante fragile, finito, tragicamente fuggente. La malinconia della scala cromatica dei se, amati, odiati, lasciati andare. L’eleganza della semplicità messa sul pentagramma con l’istinto del tratto ispirato. Pieno. All The Plans lo è. Pieno di parole che inventano poesia, quella lieve dei bozzolli oscuri, quella immediata dell’anima che spinge il bisogno. Pieno di tutto il retaggio brit pop e di slanci garbati verso il blues. Pieno dell’irruenza romantica del pianoforte, campo lungo e ancoraggio per una voce di vetro. Pieno dei chiaroscuri chitarristici, arricchiti dentro parentesi taglienti dalle mani di Ronnie Wood (Rolling Stones). Pieno di dettagli che eludono ogni peccato di deriva epica e barocca (episodica negli ultimi Coldplay e The Verve): la cura di un certo Steve Osborne (già al fianco della band in passato e demiurgo per i Doves, New Order, tanto per!) è pennelata sui contorni. Nessun punto debole per il quarto lavoro in studio degli Starsailor, cultori espliciti del mondo Tim Buckley fin nel nome scelto. E certo folk di matrice americana bagna le architetture testuali e asciuga al vento dei paradossi di una freschezza istintiva, di un’immediatezza rettilinea… fino a invocare la nudità di una metamorfosi rock che cerca l’incastro pop. Tell Me It’s Not Over apre con l’impeto dei tasti che sembrano bere alle cadenze agrodolci della Tori Amos più ironica; trova la sua gemella d’umori in Hurts Too Much. Boy In Waiting è equilibrio tra le parti.  Stars And Stripes è splendido blues di cuore e protesta. All The Plans cade libera, avvolgente, calda e prepara la dolcezza decadente della superba Neon Sky, dilatata, morbida, punta di diamante, vena pulsante, battito d’ali… “My fragile heart was on the run/ And in the cold dark night I realised/ What I had done”. Listen Up, con le sue aperture, porta gli Starsailor a tendere la mano agli Elbow. Amniotica Safe At Home ferma il tempo, lo ammalia con le note di una chitarra cristallizzata nella sua espansione crepuscolare… “But there’s still a cloud/ Hangs over my head/ Can’t block it out/ So I’m going to bed”.
All The Plans sorprende, emoziona, pulito, sincero, arioso. Conquista. Dall’inizio alla fine. Con le sfumature orchestrate col guizzo dell’impatto che ha poco di ragionato, e molto di vorace e feroce espressività.

Credits

Label: Virgin Records/EMI – 2009

Line-up: James Walsh (vocals, guitar) – James Stelfox (bass) – Ben Byrne (drums) – Barry Westhead (keyboards); producer Steve Osborne; guest Ronnie Wood

Tracklist:

  1. Tell Me It’s Not Over
  2. Boy In Waiting
  3. The Thames
  4. All The Plans
  5. Neon Sky
  6. You Never Get What You Deserve
  7. Hurts Too Much
  8. Stars And Stripes
  9. Change My Mind
  10. Listen Up
  11. Safe At Home

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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