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Bellorio – 2 Novembre

Bellorio è un esordio che spiazza, e non è facile spendere parole per un album del genere che vive nel vicino passato e cerca di proiettarsi nel presente, con nostalgia e rabbia. Se il primo LP dei 2 Novembre fosse uscito solo una decina di anni fa, tutto ora sarebbe molto diverso, ma ormai non lontani dal compimento della prima decade del nuovo millennio e il grunge a molti appare come un ricordo sbiadito. Eppure il movimento che ha visto come madre la città di Seattle ha portato molte conseguenze nella musica attuale, attingendo alla matrice hard-rock, sporcandosi di punk, mutandosi in stoner e andando quasi a scomparire negli ultimi anni nella sua concezione originale. Forse è per questo che il trio genovese (che tra l’altro per la composizione ricorda i Verdena) ha scelto di seguire una linea senza esitazioni. Il primo brano si apre con prepotenza e sfrontatezza: il suono è duro, sporco, “non attuale”, ma la compattezza del pezzo è impressionante. Una lunghissima coda strumentale mette in luce le capacità della band, apprezzabili da parte di chiunque riconosca il rock nel sudore di chi pesta le pelli e di chi si dimena con una chitarra rovente tra le mani. Giuro (…), Amore è un capitolo ambiguo: testo sgangherato e scelte musicali molto più semplici che garantiscono all’album un ritaglio di musica orecchiabile e ballabile, che però perde il confronto con la schizofrenica King Buzzo, che oltre al titolo deve molto ai Melvins di Buzz Osborne. La successiva C’è frenesia là in fondo è il pezzo meglio riuscito dell’intero album: Soundgarden e Alice in Chains sembrano dietro l’angolo a suggerire note ed emozioni, mentre il canto in italiano stranisce l’ascolto, facendo riaffiorare  ricordi di Ritmo Tribale e Karma. L’album continua ad offrire brani sulla stessa linea, con varie code strumentali rarefatte che tendono alla psichedelia, attingendo ai bacini della tradizione dai ’70 ai ’90. Caldo quanto estremo abbandona completamente il genere stoner guadagnando in modernità, dilatando le note e le distorsioni in un crescendo strumentale che emoziona e pone in questo brano tutta la curiosità per le future evoluzioni del sound della band genovese. La traccia fantasma che si nasconde dopo l’ottavo minuto alterna una chitarra abrasiva al suono morbido e cupo del basso, andando a chiudere un lavoro intrigante che proprio nel suo finale incuriosisce e stupisce maggiormente. I 2 Novembre sono partiti da ciò che di meglio sanno fare, e lanciano idee e suoni per un possibile futuro.

Credits

Label: Elevator Records – 2008

Line-up: Davide Di Maggio (batteria) – Emanuele Pecollo (chitarra e voce) – Valentina Di Maggio (basso)

Tracklist:

  1. GMB
  2. Giuro (…), Amore
  3. Estromessi
  4. Lucky
  5. King Buzzo
  6. C’è frenesia là in fondo
  7. Sestito
  8. Ultima
  9. Rosa shocking
  10. Caldo quanto estremo

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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