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Girl with the gun – Girl with the gun

Arreda il cuore di blu e spoglia la pelle del superfluo. Lascia che la retta del tuo essere corpo si snodi in una iperbole d’astrazioni, in un diagramma di penombre acquerello, nella rima del movimento liberato dalle cause, puro effetto. Concediti il ricordo, senza strappi, senza smorfie di dolore, e abbandonati alla malinconia, al benessere delle curve, al deformarsi fluido, illimitato dei segni, del sogno. Tu che ascolti, lascia che le onde ti cerchino, che ti indovinino, che ti inducano al riposo, allo stupore dei riverberi di luce. Infine dimentica e lascia che il tatto di Girl with the gun, le sue traittorie curvilinee, di pop che solletica, velluto jazz, pudore d’accordi acustici, proietti sulla tua superficie liberata le proprie diapositive folk. Matilde De Rubertis (Studiodavoli) e Populous (Andrea Mangia, autore per la berlinese Morr Music) filmano un album d’alchimie, di sequenze in dissolvenza, sofisticato ed essenziale, intimo e vibrante. Curano laboriosamente ogni dettaglio con la maestria di una leggerezza che smussa gli spigoli, che plasma i generi creando un’atmosfera d’eccezione, d’intuizioni giocate sul tappeto minimalista della tecnica e dell’emozione. Il minuto e ventotto secondi di Sleepy eyes conduce per mano oltre l’uscio di un microcosmo d’elettronica che s’inchina, pezzo dopo pezzo, da Letter from Pala a In the sunshine passando per Coast to coast e Multicolor paper loops, alla purezza degli arpeggi, di una voce dalla delicatezza ambrata, seducente, evocativa. Sofia Coppola amerebbe il silenzio rumoroso di Cotton Balls, gli echi onirici di Memories into wooden boxes, laddove i fotogrammi rubano l’attimo alla fissità dello sguardo, perpetuandolo. Gli strumenti emergono dal limbo delle aspettative docilmente, in una primavera autunnale di bagliori e cadute, di sussurri e pregio, d’infinito che si apre alla finitezza per sorriderne. La fragilità degli oggetti trova corpo nel chiarore dell’ugola mentre gli arrangiamenti pulsano le suggestioni, gli imbarazzi, le fughe, la sospensione sogno/realtà (Sun can wait, Fix the stars, The duck motif). L’intensità di Hiding place plana sullo scambio di timbri, maschile e femminile, in un gioco di sguardi che evoca la complicità dei sensi, degli elementi, in una fuga jazz propiziatoria per le sonorità liquide di Steamboy. Girl with the gun, deliziosa soundtrack di un lungometraggio intitolato ai moti fluttuanti dell’anima, veste i segni della pregiata collaborazione del cantautore Giorgio Tuma, dei jazzisti Marco Bardoscia, Randy Abaticola, Alessio Borgia, di Simon Scott (ex-Slowdive), del newyorkese Short Stories, di James Banbury( ex-The Auters), in un percorso sonoro di geometrie musicali che si liquefanno, che convergono all’ovatta del desiderio, della bellezza ridotta al seme, rimandata alla corolla, ai colori pastello di una natura intatta. Adesso guarda, tu che ascolti, e prova a re-inventare il tuo passo mentre ti sei perso looking for  the flowers shop sounds (Hiding place).

Credits

Label: Disastro Records – 2008

Line-up: Girl with the gun – Matilde de Rubertis (voce), Populous

Tracklist:

  1. Sleepy Eyes
  2. Letter From Pala
  3. Coast To Coast
  4. Multicolor Paper Loops
  5. In The Sunshine
  6. Cottonballs
  7. Memories Into Wooden Boxes
  8. Sun Can Wait
  9. Fix The Stars
  10. The Duck Motif
  11. Hiding Place
  12. Steamboy

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