Home / Recensioni / EP/Self Released / Caffè dei treni persi – Caffè dei treni persi

Caffè dei treni persi – Caffè dei treni persi

Non sarà una breve introduzione blues a prendermi in inganno. Il flauto non mente, il violino parla da solo: Caffè dei treni persi sono una band che suona un incantevole folk aperto a tante sperimentazioni. I giovani musicisti non negano la loro grande passione per Fabrizio De Andrè e non nascondono la loro origine tra le ceneri di una band tributo a Faber. Spinti dalla voglia di creare brani inediti, nel 2007 il gruppo bolognese si forma con nuovi propositi. Dopo vari concerti, nel 2008 entrano allo studio Esagono di Rubiera (dove tra i tanti registrarono anche i Modena City Ramblers) e sfornano un mini-cd composto da quattro brani. Con un ricco assortimento strumentale, nella più grande tradizione folk, Caffè dei treni persi è un progetto che non si limita alle solite musicalità popolari. Il rock degli anni ’70 trasuda dal canto e dalle note di chitarra e  flauto, che spesso ricordano i Jetrho Tull di Ian Anderson. Il primo brano prende il nome dal gruppo stesso (o viceversa): apparentemente spensierato fa spallucce alle avversità del quotidiano: preoccupazioni della vita, insoddisfazioni e amori non compiuti. Il caffè dei treni persi è un inno per tutti coloro che spesso si sentono giunti in ritardo, di solo un soffio. Il ritmo si fonde alla musicalità delle rime in Grappa, disegnando paesaggi aridi e fumosi. Ritmi balcanici, talvolta zigani, risuonano nelle strade che la mente percorre, in difficoltà, in affanno; la grappa gratta nella gola e scioglie i pensieri. “Io conterò gli scuri aprirsi sulle tue parole / che arrossano le labbra come l’acqua del canale / che geme sotto il sole, che geme sotto il sole” canta leggero Francesco Loro nella vellutata La conta: l’amore che scorre come acqua nel canale, dove il malato d’amore cerca risposte aprirsi come finestre. Il diavolo si mostra a tutti più vicino di quanto si pensi, nella placida ignoranza e nell’egoismo della gente. Un indiavolato assolo di chitarra si perde nel finale dopo 5 min in cui il ritmo di basso e batteria viene tagliato da un affilato violino.
Caffè dei treni persi è una band che offre tantissime aspettative, ponendosi a metà tra il pop, il folk ed il rock, in una posizione strategica che attira gli sguardi dei nostalgici degli anni 60-70 e anche di chi ha voglia di ascoltare qualcosa di nuovo, ma comunque legato alla tradizione cantautorale italiana. I brani sono puliti, curati ed abbondano di genuina passione per la musica tutta. Amore e fantasia nel reinventare sulle orme di chi già è passato, arricchendo con personalità: Caffè dei treni persi sono una splendida e radiosa sorpresa.

Credits

Label: Autoproduzione – 2008

Line-up: Francesco Loro (chitarre, voce, mandolino) – Antonio Renna (flauto, tamburello, cori) – Gabriele Palumbo (violino) – Giacomo Rubin (chitarra) – Massimo Tortola (basso) – Stefano Robortella (batteria); registrato e mixato da C.Pinna allo Studio Esagono di Rubiera (RE)

Tracklist:

  1. Il caffè dei treni persi
  2. Grappa
  3. La conta
  4. Il diavolo

Links:MySpace

Ti potrebbe interessare...

C'mon Tigre - Habitat - cover

Habitat – C’mon Tigre

È un Habitat tropicale quello dei C’mon Tigre, esploratori sonori del ritmo tribale e dei …

Leave a Reply