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Vantage Point – dEUS

Un sound ben vestito, d’abiti scuri, dettagli bohèmien e piedi scalzi, che sfiora il presente con passi voluttuosi, consapevoli; che il presente lo intuisce, lo usa, anziché calpestarlo. Olimpo d’ombre e d’altari, cui offrire sacrifici ad un passato femmina, assassino, di rivoluzioni confezionate ad arte e nutrite di mete raggiunte, messe in rima, parafrasate con talento, con la calma serafica della compiacenza, di una classe di mente e di corpo. Che il tempo non perdona Tom Barman lo ha imparato da tempo. Che il tempo tradisce, coccola e poi finisce per mentire non lo ha mai voluto nascondere. Niente davvero finisce, tutto è destinato a finire. Eppure questo spazio di seduzione e meschinità, questo Vantage Point saggio e sornione, indovina la misura del tempo e la decifra: nell’ispirazione che arriva a sfiorare la perfezione, come se afferrandola la si potesse ledere; nella lungimiranza di una qualità che non accenna a tradire, che conduce esattamente dove dEUS voleva e vuole condurre. E’ un punto preciso dell’orizzonte quello su cui le pupille si perdono, dentro ad una luce arancio che suggerisce l’equivoco e scansa il vociare delle sterili intuizioni; qualcosa di magnetico, di ipnotico zittisce, accusa, smuove, invita: il passo del senno e quello della misura si contraddicono e s’accordano al passo della grinta e della seduzione, di una lascivia che è fortemente rock, che è furbescamente pop, che è dEUS. Danze propiziatorie, urbane, barocche, stranianti; monologhi funky, cinici, incalzanti, dalla prepotenza schiva, sempre arditamente melodica; ballate vortice, che ubriacano i sensi di complicità, che indulgono alla memoria, al piacere dell’abbandono. Vantage Point è un limbo colto ed appagante, di tendini e velluti, in cui velocità e torpore, elettricità e raffinatezza s’alternano, si integrano, si schiaffeggiano. Eternal Woman e Smokers reflect stringono fra mani magiche, di intensa bellezza, il cuore pulsante e nervoso di Favourite game, Slow, The architect, Is a robot: la poesia di violini e pianoforte, dell’alternanza di voci e sfumature acustiche s’inventano coppa da cui mescere distorsioni, riff di chitarra travolgenti, trance ritmica. Il sussurro lascia esplodere il rumore rendendolo necessario. Tutto è voluto. Il dettaglio è sostanza, fluido, summa. Tutto il disco è un gioco di simmetrie, d’intermittenze, che moltiplicano dividendo, che scontornano definendo: da When she comes down al soul-pop terrigeno di Popular Culture; dalle dinamiche dance rock di Oh your God alla delicata misura di The vanishing of Maria Schnider. Vantage Point è un accadimento sperato, il buon accadimento del sigillo, della promessa quando viene mantenuta; è un ritorno d’impatto, di stile, arricchito dalla presenza di ospiti (Lisa Denier, Karin Drejier Andersson dei The Knife, Lies Lorquet dei Mintzkov, Guy Gurvey degli Elbow) e d’eccezioni, al guado delle ferite che la voce di Barman ri-apre, della sete che dEUS s’inventa, abita, insegna.
Rest your eyes: riposati gli occhi, non versare lacrime per una canzone d’amore; ferma gli attimi, scrivili a matita, proteggi i segni, la dimensione delle stagioni. Sfida il rischio, impara la solitudine, sovverti le regole: non sei che una straniera con un sogno, a stranger with a dream, come loro, come ciascuno di loro.

Credits

Label: V2 – 2008

Line-up: Tom Barman (Vocals, Guitar) – Klaas Janzoons (Violin, Keyboards) – Stéphane Misseghers (Drums, Vocals) – Mauro Pawlowski (Guitar, Vocals) – Alan Gevaert (Bass Guitar, Vocals); Con la partecipazione di Karin Drejier Andersson (vocals track 5) – Lies Lorquet (backing vocals track 3) – Guy Gurvey (vocals track 9) – Jon Birdsong (trumpet track 3); Guy Van Nueten (piano track 10); Prodotto e mixato da Dave McCracken

Tracklist:

  1. When She Comes Down
  2. Oh Your God
  3. Eternal Woman
  4. Favourite Game
  5. Slow
  6. The Architect
  7. Is a Robot
  8. Smokers Reflect
  9. The Vanishing of Maria Schneider
  10. Popular Culture

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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