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Acqua, luce e gas – Pino Marino

Acqua, luce e gas. Bisogni quotidiani. Necessità a cui far fronte. Sillabe di una musica o di una visione. Acqua, luce e gas… elementi vitali, particelle di vita, di tante vite in bilico tra l’ordinario e lo stra-ordinario, tra il reale e il sur-reale. Un atto d’amore fatto dono ed undici storie o fotografie su carta salata cantate perché il sole fermo su un binario e il vapore della terra divenissero, insieme ai piccoli gesti e agli sguardi accoglienti, fiabe da narrare o filastrocche con cui giocare a conquistare coscienza, incanti il cui cuore è un mondo che disvela la sua magia. Con le mani e le parole, con voce ardita e limpida, Pino Marino tras-forma l’umanità in una melodia, estrae dalla carne la fallibilità, dall’anima le miserie, coglie gli scintillii dei sogni e fa così dell’uomo una poesia, racconta dell’uomo la poesia…quella che resta, che pulsa e freme, comunque. La strada e l’attesa, il cielo e la polvere, ogni cosa manifesta il suo essere traccia ed occasione di meraviglia, parte di un tutto abitato da questa anche quando l’occhio la ignora…il canto allora diventa uno specchio in cui osservare il proprio mondo, sentirne la luce e scoprirne i sensi nelle forme e nelle ombre, fino a ri-conoscere in quei sensi i versi di una bellezza che s’aderge dal reale, tra le sue trame. Su Le scale del paradiso o in attesa al Binario 3 si scorgono i dettagli come fonti inesauribili di stupore e ci si lascia ammaliare da chi li ha composti, intrecciati, tessuti in una musica densa e intensa, fluida perché costantemente capace di scorrere con grazia verso lo splendore. Questo cammino, questo con-fluire, che ha come orizzonte l’incanto, trova il suo inizio in Qualcosa che non cambia il mondo… una canzone che “è tornata a casa con le sue gambe, dopo un viaggio durato più di cinque anni, lasciando il peso, alleggerendosi camminando come ad ogni viaggiatore capita suo malgrado. Le altre canzoni di questo disco hanno sperato in silenzio, arrotolate nel nastro, che fosse lei ad aprire e lei come se avesse ascoltato il ronzio di questa necessità, si è offerta”. Sottili parole, colorate come i riflessi dell’erba tenera sulla pelle di un fiume, parlano di cura disegnando la fatica accettata da un’anima che sa darsi, evocando l’origine e la sua intimità. Nel tepore di uno sguardo disarmato e disarmante si comincia così ad attraversare il canto, a lasciarsi penetrare da una scrittura acuta e vibrante, a farsi inondare da suoni che sanno raggiungere gli interstizi più reconditi, come il vento. Si comincia, ac-cogliendo la parola che è dono… che racconta il donarsi coagulato in un’armonia, in una forma d’amore, in uno slancio audace. La musica a cui ci si apre appare come una carta di riso, ogni filamento, ogni fibra è accarezzabile, visibile o intuibile… la voce è la luce che svela refi e ricami. I versi allora sono raggi al cui chiarore si fanno percepibili gli infiniti fili costituiti dai suoni, anche le mani che gli hanno dato vita si fanno scorgere illuminate da un’eco, lambite da un riflesso. Parole e note si compenetrano per dischiudere ai sensi una trama incantevole, una candida trasparenza ornata di respiri e gesti. In questa limpidezza Lo strozzino è un ritmo fatto di rime, così come il problema del lavoro, il grigio dei giorni è raccontato da parole che giocano tra loro perché rivelino sonorità e colori inaspettati. Con sfumature e tinte vivide si raccontano favole…quella de L’uomo a pedali o de L’uomo che guarda le stelle, quella dell’uomo. Con dolce purezza si canta la fiaba, già sussurrata tra pagine silenti da Rafael Sanchez Ferlosio, del “lupo bianco senza pelo”, ladro ed assassino, che però torna indietro solo in quanto lupo. Lo scrittore spagnolo fa capolino anche in Fatto una volta, fatto per sempre per gridare all’unisono con Marino che “la voce più misera/spesso diventa la più autoritaria/perché non potendo essere compresa/le resta soltanto di essere obbedita”… fa capolino per ricordare che la musica da cui si è abbracciati conosce il dialogo, la ricchezza dell’Altro, la bellezza iscritta nel mondo dalle anime che scorrono insieme, cercandosi, com-prendendosi, trovandosi in un anelito o in un brivido condiviso. Sono tali i musicisti che hanno scelto di incontrarsi per raccontare con Pino Marino “le offese di una rincorsa disperata fra necessità primarie e l’affanno che le muta in lusso”. Con i riverberi, l’acqua e il gas d’illuminazione Marcel Duchamp ha creato “un apparecchio per sbirciare delle immagini”. L’Etant donnés ricorda come l’ordinario possa essere una fessura attraverso la quale scoprire il meraviglioso sotteso, rammenta che il reale nutre e culla il sogno. Acqua, luce e gas compie la medesima magia, indicando quell’incanto che pur sempre resta insieme all’amore…resta a riscattare l’orrore, a preservare l’anima, a custodire un senso. In questo album, dal primo canto fino all’omaggio elegante ed essenziale a Giorgio Gaber, c’è tutta la serietà del gioco che rovescia e scardina il mondo per disvelarlo… c’è la cura che si lascia scoprire come forma di bellezza e la bellezza che si mostra come cura.

Credits

Label: Radiofandango – 2005

Line-up: Pino Marino (voce, chitarre elettriche, chitarra acustica, armonica spaziale) – Andrea Pesce ( pianoforte, fender rhodes, vibrafono, solima, moog, prophet, pro-one, sintesi, programmazione ritmica e k2000) – Santi Pulvirenti (chitarre acustiche, chitarre elettriche) – Pino Percorelli (basso elettrico) – Massimo Giangrande (basso elettrico) – Rodrigo D’Erasmo (violino quartet, violino trio) – Fabio Rondanini (batteria, giungle bells) – Francesco De Nigris (chitarra elettrica) – Fabrizio Fratepietro (batteria) – Roberto Angelini (chitarra elettrica, chitarra acustica) – Daniele Tortora (basso elettrico, chitarra elettrica, maracas e programmazione ritmica) – Giuseppe Peppilla Sainato (batteria) – Jhon Maida (violino) – Gaia Orsoni (viola) – Eszter Nagypal (violoncello) – Daniele Trevisiol (violino trio); Testi e musiche Pino Marino, tranne Palle di polvere (testo di Pino Marino, musica di Pino Marino e Andrea Pesce), Binario 3 (testo di Pino Marino, musica di Pino Marino e Stefano Rossi Crespi), Lo strozzino (testo di Pino Marino e Musica di Andrea Pesce), Ciao come stai? (testo di Pino Marino, musica di Andrea Pesce e Daniele Tortora), Lo shampoo (Gaber/Luparini) (batteria)

Tracklist:

  1. Qualcosa che non cambia il mondo
  2. Fatto una volta, fatto per sempre
  3. Non ho lavoro
  4. L’uomo a pedali
  5. Notte ai lupi
  6. Lo strozzino
  7. Le scale del paradiso
  8. Binario 3
  9. Palle di polvere
  10. L’uomo che guarda le stelle
  11. Ciao come stai?
  12. Bonus track: Lo shampoo

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