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Rosemary Plexiglas – Scisma

L’unità e il suo contrario. La similitudine tra le differenze. Gli Scisma nel 1997 raccolgono i primi frutti concreti dal loro precedente disco autoprodotto Bombardando Cortina e dalla strada percorsa fino quel momento. Qualcosa si salva, qualcosa si perde. Qualcosa ancora si lascia andare consapevolmente: via la durezza fine a se stessa, via l’arroganza di un urlo non necessario, via quel retrogusto acido che i brani precedenti lasciavano in bocca. E l’impatto è completamente diverso fin dal primo pezzo, Rosemary Plexiglas: il suono è chiaro, aperto, pulito, tanto da spalancare le porte e permettere anche all’ascoltatore più distratto di penetrare nel pezzo. “Domandomi. Plasmandomi. Io sopravviverò. Illumino di plexiglas milioni di poesie che muoiono con me. Che sono dentro me. Che suonano con me. Che sono dentro me.” È l’artista che inventa un mondo nuovo conscio di riprodurre copie di sé. Il mood è creato e continua con Completo dove le voci di Sara Mazo e Paolo Benvegnù si intrecciano giocando su due tonalità diverse. Così come in Loop 43: nei muscoli, negli angoli, controllo le mie realtà. Nell’iride, nell’agile natura maternità. Terra come ventre. Essenza agli occhi. Volto nel celeste perso nell’esterno. Nei numeri nei calcoli controllo le mie realtà. Nei cantici nei vortici nell’ansia di parzialità…Aprendomi e sfiorandomi. Cingendomi ed amandomi, controlla le mie realtà. Punendomi ed odiandomi. Nutrendomi e curandomi, controllami.” L’autocontrollo e il controllo reciproco perdono completamente la loro connotazione autoritaria e assumono i contorni di una forma d’amore quasi materna. La parola è poesia in tutto il disco, spesso non immediata: è una scrittura molto visionaria, capace di fermare istanti che sembrano perdere significato se estrapolati dal loro contesto. Recipienti dei testi, titoli a volte enigmatici, a volte chiarificatori, ad accrescere la curiosità intorno al nonsense, che a tratti riveste l’intera opera. Per quanto riguarda l’aspetto strumentale, il disco non annoia, nonostante la scelta delle 14 canzoni, grazie a suoni distorti e ben studiati che irrompono in ciascun brano accompagnandone la comprensione. È il caso di PSW, in cui musicalmente si crea l’atmosfera cupa per le parole quasi recitate dalla provocatoria voce di Benvegnù. Parole senza Words, parole senza parole: la capacità di comunicare senza troppe parole, utilizzando quelle giuste al momento opportuno. “Saziami, non ti interrompere”. Sara Mazo è di nuovo protagonista in Negligenza: la storia disillusa di chi si appresta a chiudersi alle spalle un capitolo sofferente della propria vita. “Non mi interessa non ho bisogno di diventare presto pingue di professionalità. Non mi interessa non ho bisogno di fomentare malcelata ansia e combattività. Non mi interessa, non mi rattrista restare al margine centrifugo senza velocità. Non mi interessa, non mi dà niente, non mi do pace, se ti ascolto. Se ti vedo. Se ti parlo. Con te”. Centro è il primo singolo estratto dal disco, e non stupisce: uno dei pezzi più riusciti per intensità. Ancora alternanza tra elettronica e il rock più convincente, ancora le due voci che si combinano insieme, ancora un testo ricco di immagini e parole scelte con cura. “Centro caldo centro non più raggiungibile, ancora librandomi in su. Moltiplicazioni quante divisioni ho? Ancora un secondo di più. Mi libero, mi libro nell’aria, se tu sei qui con me.” Voce e respiro di Benvegnù diventano un tutt’uno in Svecchiamento, brano che mette alla luce il controsenso e la ricerca di senso nell’atto sessuale: “un foglio fatto di segni, di un apparato escretore, di un apparecchio creatore, di un membro tattile spento dispotico e lento…nel freddo piacere l’inconsolabile spunto per sensazioni scadenti per personali opinioni, per prorompenti passioni… voglio ubriacarmi con te, goderti fino al mattino, per motivare l’agreste bisogno di svendere fluidità. Scuotimi da dentro attivando ridicola pudicità, impazientemente convogliando desideri bagnati, scioglimi baciando, ansimando salivando sulle mie apatie.” Con una certa ironia segue Videoginnastica, sulla perfezione delle realtà sfalsate dalla televisione. Sussurrata con dolcezza è invece L’autostrada, breve scorcio di quiete cullata da un blando fischiettare e dal verbo scorrere ripetuto fino a sfumare. L’equilibrio è un piccolo brano, capace di in poche parole di dipingere un acquerello leggero di stabilità. 84 è il punto di contatto tra letteratura e numerologia, tra la sregolatezza del sogno e la sistematicità del calcolo. “Anestetizzato lobotomizzato cloroformizzato dall’immensità. Se non sei troppo svelto tu ritorni, sempre più forte e rapido, come incapsulato, senza negazione giovane e malato giovane e padrone”. Il lirismo si tinge di colori antichi intrisi dei profumi di una volta, nella tenera Golf: una chitarra elettrica soffusa, attenuata apre questo brano che non si discosta dal tono di una lullaby da ascoltare ad occhi chiusi, per percepire su di sé ogni sensazione. “Dolce di miele, ocra e cromo nel cobalto. Linee su linee, punti immensi, prospettive. Aspetto colori, voci e suoni da imparare”. Non turba la pace generata il pezzo che segue, Nuovo: è possibile rigenerarsi quando ci si fa coinvolgere dal mondo intorno, senza venirne travolti. “Rido, non mi sento più ,non torna più, sento che scivola, rimbalza, scivola su di me”. L’ultimo pezzo, Poco incline ai R.F., è regolato dall’oscillare del pianoforte e dalla voce particolarmente sensuale di Sara Mazo cui, mano a mano, si uniscono suoni diversi.
Rosemary Plexiglas è un disco complesso, sperimentale e nel suo complesso riuscito. Questi sono gli Scisma, un gioco coerente tra innovazione e tradizione, fondatori di nuove regole, trascendendo le regole, “trascendendo l’aria”.

Credits

Label: Catapulta/EMI – 1997

Line-up: Sara Mazo (voce, alcune chitarre) – Paolo Benvegnù (chitarre, campionatore, voce) – Michela Manfroi (pianoforte, tastiere, campionatore) – Giorgia Poli (basso) – Diego de Marco (chitarre) – Danilo Gallo (batteria) – Dario Ciffo (violino su L’Equilibrio / Loop 43 / Rosemary Plexiglas) – Davide Rossi (violino su PSW / Nuovo) – Francesco Cellini (violoncello su L’Equilibrio / Loop 43 / Rosemary Plexiglas)

Tracklist:

  1. Rosemary Plexiglas
  2. Completo
  3. Loop 43
  4. PSW
  5. Negligenza
  6. Centro
  7. Svecchiamento
  8. Videoginnastica
  9. L’Autostrada
  10. L’Equilibrio
  11. 84
  12. Golf
  13. Nuovo
  14. Poco Incline ai R.F.

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