Home / Editoriali / Il cielo per l’occasione si è acceso di stelle: Paolo Benvegnù @ Corte Dei Miracoli (SI) 23/02/08

Il cielo per l’occasione si è acceso di stelle: Paolo Benvegnù @ Corte Dei Miracoli (SI) 23/02/08

Le labbra. Passo da casa proseguendo una giornata densa, giusto il tempo di appoggiarmi. E la sera mi inghiottisce di nuovo, spingendomi per la strada di Siena. I miei sensi sono solleticati dalla visione della mia macchina che si sfuma lentamente nel buio. Solo due fari in questa strada buia che si srotola conducendomi nelle crete Senesi.
Di giorno vedrei le colline brulle, appena verdeggianti, i casolari toccati dal sole. La strada che fende l’occhio delicato. Ma è notte e negli occhi ho solo la visione di piccole luci lontane e foto di vecchi concerti che saltano in mente. Arrivo a Siena e una voce mi conduce in una strada che non avevo mai percorso.

Quando sono sul punto di arrendermi, quando penso di essermi definitivamente persa la porta della città mi cade addosso, ma non una porta qualsiasi. Una porta medievale alta 30 metri o forse più.Intimidita parcheggio e cammino veloce addentrandomi attraverso di lei.
C’è pochissima gente in giro. Sulle pietre si riflette benevola la luce arancione dei lampioni. Si sta bene, oserei pensare alla prima sera di primavera. Domando e mi viene indicata la via, cammino dentro un boschetto e poi capisco dai Murales che ho trovato la mia destinazione.
Non so se vi è capitato di vedere il librettino contenuto dentro Le Labbra ma sono sicura che BiRò si è ispirata a questo posto per disegnarlo. Hai presente quell’immagine in seconda pagina? Quella con il frigorifero nero con il buco per gli occhi e tutti quei tubicini che si contorcono?
E’ così la Corte dei Miracoli. Un dedalo di corridoi con le mattonelle di graniglia che si dirama per raggiungere, di sotto, una stanza nera con Benvegnù dentro. Fuori c’è una terrazza da cui poter guardare Siena e il cielo che per l’occasione si è acceso di stelle.
Rimango lì fuori fin quando non realizzo che quella piccola stanza non potrà mai contenere tutte le persone presenti. E allora mi inoltro e prendo posto.
Parlo, attendo, parlo di nuovo. Sorrido. In realtà ho la smania all’anima e non vedo l’ora che inizi.
Il palco occupa tutta la parete davanti a noi. Tutto nero, quasi trasparente nello fondo finché non salgono loro sul palco e si illumina di verde.
Sono in quattro, ma al posto di Guglielmo c’è un chitarrista che non conosco.
Partono con La Schiena in una versione un po’ più tirata che nel disco, a seguire subito Amore Santo e Blasfemo. Paolo è carico all’ennesima potenza, si scosta spesso dal microfono per urlare.
C’è nell’aria un’atmosfera elettrica, il pubblico è già stato catturato. Lo spazio fra le persone è veramente minimo e, alla terza, quando attaccano La Peste nessuno può fare a meno di ballare.
La canta con cattiveria, è un chirurgo che seziona con lo sguardo e le parole. A ruota Il Nemico.
Le versioni di stasera sono diverse rispetto ai live dei mesi scorsi, e sono diverse anche dal disco perché non ci sono gli archi e fiati. E’ un concerto duro, pieno di effetti, molto rock’n’roll.
Il palco è piccolo e non permette molto movimento, ma la loro carica è palpabile.
Gli occhi di Paolo sono liquidi. Neri. Non riesco a smettere di guardarlo attraverso l’obiettivo. Sono la chiave di questa serata.
Interno Notte ci fa tirare il fiato e di seguito L’Ultimo Assalto.
Attaccano Jeremy e mi sposto vicinissimo al palco. Qualche imperfezione dell’impianto ha fatto retrocedere le persone vicino alle casse lasciandomi campo.
Attaccano Sintesi Di un Modello Matematico in una versione ricca di effetti. Veramente bella.
E poi si crea il silenzio, il buio. Paolo prende fiato… Cinque Secondi.
Dice: “Amore”… E poi si trattiene un attimo più del dovuto. Un microscopico secondo in cui con un tempismo perfetto uno del pubblico rende palese al mondo la sua presenza in modo molto roboante.
Paolo fa una faccia, poi prende fiato, ci ripensa e comincia a ridere seguito in un secondo da tutti.
Il cabaret prende il via e non è stato facile riprendere dopo svariati minuti di chiacchiere varie.
Come se non bastassero le risate fatte, ci tramortiscono con una versione di Cerchi nell’Acqua. Luca salta ed è furioso sulle corde. E anche Igor non è tipo che passa inosservato.
Il Mare verticale e mi lascio andare. Non riesco nemmeno a fotografare. Questa canzone non smetterà mai di stupirmi.
E poi Suggestionabili in una versione molto diversa dall’originale.
E’ bello notare che l’evoluzione sonora passa anche sul vecchio donando nuova veste.
Escono e poco dopo rientra Paolo da solo. Inizia Catherine, bellissima.
Qualche chiacchiera e poi è il turno de Il Sentimento delle Cose seguita da Cosa Sono Le Nuvole, in una versione straziante.
Il Franchi si aggira latente e riesce a esprimere la sua carica nei coretti di Simmetrie e da li la perdizione totale. Non so bene come ma riesce a dare spunto a Paolo per una versione di una canzone molto alternativa che non posso stare qui a descrivere ma che vi auguro di poter vedere in un live.
Diciamocelo, la canzone non è nulla di che… ma la gestualità di Paolo e del Franchi valgono come bonus allegria di un’intera settimana. Ridevo così tanto che non ho nemmeno una foto a fuoco.
E di seguito a ruota Yesterday nata per caso, con il Franchi al piano e Luca alla batteria.
I bis terminano con Troppo Poco Intelligente versione moto rock. E poi Quando Passa Lei, giusto per darci il colpo di grazia.
Solo alla fine ho capito che Igor non sostituisce Guglielmo ma che farà la tournée con tutti loro.
La curiosità di sentirli tutti e cinque mi spingerà fino a Livorno il 7 marzo. Già ne sono consapevole. (Lost Gallery)

Ti potrebbe interessare...

Benvegnù intervista

In fuga dalla carovana dei cortigiani, intervista a Paolo Benvegnù

Le conversazioni, quelle belle. Le occasioni commoventi di incontrare, tangendole, le curve perfette della personalità …

Leave a Reply