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Il Vuoto – Franco Battiato

Il Vuoto esce nel 2005. Un Battiato alla riscoperta delle piccole cose, alla ricerca di una via di fuga dalla caotica e, spesso, disarmante vita moderna che fuorvia il nostro cammino terreno con frenesie che ci allontanano dalla vera essenza del nostro essere. E proprio questa ricerca delle cose semplici si rispecchia anche in una semplicità linguistica e musicale inusuale nei lavori di Battiato che sa arrivare in modo più lineare al pubblico rispetto ai suoi precedenti lavori. Le parole sono più semplici, concetti profondi esplicano in modo meno arcano il Battiato-pensiero sull’esistenza, le inquietudini da ricerca dell’uno al di sopra del bene e del male caratterizzano anche questo lavoro, solo in forma diversa.
La musica elettronica de Il Vuoto accompagna la mente nel perfetto stato d’animo che descrivono le parole, si percepisce esattamente il senso d’ansia causato dalla fretta che travolge l’uomo moderno durante la vita di tutti i giorni. La musica sottolinea in maniera perfetta il nostro inseguire, in maniera spasmodica, il tempo che ci porta a vivere stati d’animo caratterizzati da “paura stress sindrome da traffico ansia stati emotivi primordiali malesseri pericoli imminenti e ignoti disturbi sul sesso”.
I giorni della monotonia racconta dell’amore, lontano da stucchevoli romanticismi, con una visione molto cruda della difficoltà di comunicazione tra due persone diverse: “stare insieme a te fu il delirio di una storia della nostra estrema diversità e mi innamorai ossessivamente per distruggermi”, quasi un carme dell’individualismo… “sto con me tra noi due ho scelto me”. E’ indubbiamente un estremo del pensiero per cui l’uomo è si socievole per natura e solo non riesce a stare, ma tante volte in due si è in troppi.
Aspettando l’estate è quasi una contraddizione, ma in realtà è solo una prospettiva completamente diversa e l’eternità di cui si canta appartiene all’essenza dell’essere, che supera l’individuo e riguarda lo spirito.
In Niente è come sembra torna il tema della contrapposizione tra realtà e apparenza, tema ricorrente nella lunga discografia del cantautore catanese.
Tiepido aprile è, forse, l’emblema della ricerca della riscoperta della semplicità attraverso la natura, il nostro ricongiungersi a lei come unica via di fuga dal vuoto della vita.
Con The game is over si torna ad una sonorità più elettronica con alternanza di frasi in lingua italiana e lingua inglese. Tornano concetti ricorrenti del Battiato-pensiero come la ricerca di se stessi e del proprio cammino non solo terreno.
Era l’inizio della primavera è uno scritto di Tolstoi a cui Battiato dona musica: si percepisce il senso di nostalgia per un amore giovane e per i suoi sussulti emotivi.
In Io chi sono si riaffaccia la questione della dicotomia tra ciò che è reale è ciò che è mera apparenza: “tutto è illusorio privo di sostanza tutto è vacuità”.
Stati di gioia richiama visioni più mistiche, ricordando che siamo solo dei puntini dell’immenso universo che ci circonda: “le azioni del mondo non influenzano il sole”, un monito a ricordare che i nostri egoismi particolari non influiscono nella catena che ci conduce allo “stato che ascende alla Gioia”, alla gioia universale a quella al di sopra di tutto.
Questo disco è, come già i precedenti, la ricerca del senso dell’esistere. Probabilmente avrà fatto storcere il naso agli amanti dell’estetica della sintassi, ma nella sua semplicità sicuramente colpisce chi l’ascolta. Il tempo che la musica suona ricorda che la vita non è solo lavoro, soldi, palestra, happy hour e quanto altro, ma anche, e soprattutto, emozioni e spirito.<7p>

Credits

Label: Universal – 2007

Line-up: Franco Battiato

Tracklist:

  1. Il vuoto
  2. I giorni dell’abbandono
  3. Aspettando l’estate
  4. Niente è come sembra
  5. Tiepido aprile
  6. The game is over
  7. Era l’inizio della primavera
  8. Io chi sono
  9. Stati di gioia

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