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La dissezione quasi patologica del tempo: intervista a Herself

Uno dei tanti obiettivi di LostHighways è la scoperta di talenti del sottobosco italiano. Herself, alias Gioele Valenti, l’abbiamo scoperto quasi per caso attraverso il video stupendo della sua canzone Stoned (Miglior video al MEI 2007). Il songwriter palermitano è stato lanciato dall’etichetta Jestrai dei Verdena. Il suo album Gos is major ha sonorità lo-fi con punte notevoli di folk alla Elliot Smith. Il mood artistico è costellato da atmosfere senza tempo. Non potevamo non approfondire questo interessante artista.

God is major è stato registrato nella maniera lo-fi più originale… in una stanza di una casa abbandonata di campagna “Thelema”. Quanto l’atmosfera di quel luogo ha influenzato il disco? E perché tale scelta?
Dai, così posso rettificare… è un tipico fenomeno da Big Bang mediatico… in realtà il disco (come i precedenti, del resto) è stato registrato in parte a Palermo, in parte in una casetta rurale, piuttosto “spartana” di proprietà di un vecchio amico della mia famiglia, un luogo isolato dell’entroterra… altro discorso per gli orpelli di field recording, per i quali effettivamente ho girato parecchio per zone “lontane” dai clamori… il caso volle che mentre circolava la rassegna stampa vi confluirono alcune informazioni della Olive Juice (distribuzione americana) in cui si sottolineava il mio interesse antroposofico per certe realtà occulte del territorio… fatale, la con-fusione… di gran lunga meno poetico, converrai, ma parecchio interessante circa le dinamiche della comunicazione di massa… fermo restando il mio ostinato peregrinare meditabondo per luoghi “maledetti”.

Mi sbaglio se dico che la tua musica (come in Waterline) vuole essere la colonna sonora del fluire del tempo nella sua dicotomia bergsoniana “tempo interno” e “tempo esterno”, il tempo scandito dalle nostre emozioni?
Non saprei… i tuoi referenti sono molto alti… se ci rifletto, alla base di ogni mia produzione scorgo una dissezione quasi patologica del tempo… tentare più o meno esaustivamente di fermare il tempo, un cunicolo da cui far svicolare vecchie teiere della nonna, orologi da taschino e dagherrotipi alquanto seppiati… in un incerto equilibrio estetico-formale… per ritornare alla tua domanda, forse il voler pacificare tempo interno e tempo esterno, in ultima analisi… Waterline, poi, è la summa involontaria di tutto il mio pessimismo, ne è venuta fuori un’ardesia su cui il tempo ha scritto con gli artigli…

In Day goes by sembra di sentire lo spirito di Elliot Smith quanto ti senti vicino a questo artista nel mood e nello stile artistico?
Sai, è piuttosto strano… Ci sono artisti ai quali mi hanno paragonato e che non conoscevo se non di nome fino al momento in cui ne ho letto in rapporto a me… Smith è uno di quelli… su Rumore, mi pare… poi com’è ovvio ho fatto le mie ricerche… e posso dirti che effettivamente credo di avere una sensibilità simile alla sua, una certa qualità della fragilità, temo. In questo senso, si, ti dò ragione… anche se su un piano strettamente musicale, i miei referentii sono altri…

 

Ritorniamo indietro nel tempo July 2, by the lake…ci puoi descrivere quando è nato questo intenso brano?
Si tratta di uno dei brani più recenti nella cronologia di God is a major… e per restare entro la metafora temporale è una specie di salto nella frammentaria linearità dei ricordi, una confusione da cui nasce l’amore per un certo tipo di canzone… mi fa pensare ad un certo tipo di mood alla Otis Redding, o un Jonathan Donahue affetto da licantropia… piuttosto nostalgicamente vintage… o forse è quello che voglio sentirci io, non so… lisergia, estati lontane, ineffabilità della luce che cala sull’acqua…

To become a trappist/aerolith è molto diversa rispetto agli altri brani del disco ma sembra proprio la giusta implosione emozionale del disco. Ci puoi raccontare com’è nata?
Guarda, potrebbe suonare strano, ma io ho un passato genuinamente rock… e nonostante la mia vena cantautorale trovi piena espressione nella forma della ballata, più o meno tradizionale o sperimentale, sotteso ad Herself v’è sempre stato un nervoso afflato rock… da Captain Beefheart ai Primal Scream, dai The Telescopes agli Oneida… ed è quasi una tradizione offrire in chiusura del disco un contraltare acido, quasi una negazione di ciò che ha preceduto… attendo con ansia il video di To Become a Trappist… mentre ne stiamo parlando, dovrebbe già esser pronto… per quanto riguarda sul come sia nata la canzone, non saprei proprio cosa dire… un meteorite che si è schiantato da qualche parte…

Sei scrittore di racconti “gothic-pop” ci parli un po’ di questa tua seconda passione?
Ma, guarda, la passione per la letteratura me la porto dietro da quand’ero ragazzino… mi è capitato di scrivere qualche libro di racconti, e qualche libercolo di poesie… credo che condivida ampi stralci di terreno con la mia vocazione musicale… quando sto male scrivo musica, quando sto bene, racconti…

 

Come ti sei trovato con la Jestrai, label dei Verdena?
Sono grato alla Jestrai e ai Verdena perchè mi hanno tirato fuori da un sommerso, ritagliandomi al continuum dell’indistinto… ne è nato un sodalizio più che professionale, c’è rispetto ed amicizia… e senza questi due elementi, fare musica in Italia è un suicidio onanistico…

Parlaci un pò dell’esperienza del video di Stoned che ha vinto anche il MEI 2007?
Io ho partecipato molto poco o nulla al video… se non per l’idea di mettere un mascherone al protagonista… ha fatto tutto la Mozukin Production, ed hanno lavorato bene… e appunto attendo il nuovo video, sempre prodotto da Mozukin

Quanto devi al web (es. MySpace, peer to peer, lastfm) in termini di promozione della tua musica?
MySpace è un medium molto potente… la rilfessione è analoga a quella per tutti gli altri media… forte potenziale pubblicitario, laddove non diventi appiattimento identitario, una T.A.Z. parzialmente realizzata di tanto in tanto, ma sopratutto escrescenze sottilmente inquietanti… tu ti fai promozione, ma in realtà, da qualche parte nel frattale, qualcun altro sta battendo cassa… same old story…

Video – Stoned (Miglior Video MEI 2007)


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3 commenti

  1. Gos is major è un album molto particolare.
    Il video mi piace moltissimo, per la semplicità e i colori contro il grigiore urbano

  2. …mi sono ripromesso di ascoltarlo.
    Lo dico sempre e non lo faccio mai.
    Devo darmi una mossa.

  3. Che meraviglia questo video! L’album è entrato tra i mille che DEVO ascoltare!

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