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L’ironia è forse la vera chiave di lettura di Music 4 Losers: Intervista ai Trabant

Negli ultimi mesi del 2007 il rock che fa scuotere le membra in una danza punk-wave senza eguali ha avuto un solo nome: Trabant. La band triestina è sembrata respirare le stesse ispirazioni di gruppi contemporanei stranieri della nuova scena Nu-rave.
Al di là delle etichette i Trabant rappresentano uno degli esordi più freschi degli ultimi tempi. Lo testimoniano i live propulsivi che stanno realizzando nel tour promozionale di Music 4 losers. LostHighways non poteva lasciarsi scappare un’intervista per approfondirli.

Music 4 losers, il vostro album, d’esordio si sta rivelando tutt’altro che musica di perdenti! E’ un successo di critica e stanno arrivando le date live… cosa state provando in questo momento… penso di grande euforia?
Eh sì! Grande euforia e grande soddisfazione nel vedere da una parte ottime recensioni su riviste e blog e dall’altra ottime reazioni di un pubblico che spesso conosce già le canzoni dell’album… E, come dici tu, in effetti i live stanno arrivando numerosi! In questo momento siamo impegnati in un tour di promozione del disco, ci sentiamo un po’ vagabondi, e ci piace.

Un aspetto bellissimo della vostra musica è che può essere proiettata su quello che sta accadendo UK, li c’è il movimento Nu-rave: coincidenza o linea decisa? Una vostra definizione del Nu-rave? E cosa spinge una band italiana a muoversi in questo genere?
In realtà non seguiamo molto la nuova tendenza del nu-rave o almeno non è tra i generi che ascoltiamo (sempre che di genere si possa parlare, dato che talvolta sembra una tendenza più estetica che musicale). Forse capita che alcune cose del passato che ascoltano anche i nu-ravers le ascoltiamo anche noi, tipo. The Cure, Devo, Kraftwerk… sono gruppi che in un modo o nell’altro ci influenzano.
La definizione di nu-rave che abbiamo in testa è: se fai qualcosa che può sembrare indie-rock (e qui si entra in un loop di definizioni) ma ci metti un synthone e ti vesti di fluorescente sei nu-rave.
Penso che a suo tempo ci abbia colpiti maggiormente la scena punk-funk newyorkese. Se poi consideri che i pezzi del disco sono nati almeno due anni fa, ti rendi conto che o il nu-rave l’abbiamo inventato noi e non lo sapevamo o non c’entriamo niente col nu-rave!

Il synth crea delle atmosfere uniche nei vostri pezzi e insieme alla batteria trascina al movimento e al buon umore, cosa in contrasto con i vostri testi che sono più riflessivi…
E’ vero, nei nostri pezzi c’è spesso questa dicotomia umorale. D’altronde i testi anche se riflessivi, sono molto ironici e l’accostamento musica-testi si colloca in questa direzione. L’ironia è forse la vera chiave di lettura di Music 4 Losers.
Inoltre dal punto di vista musicale ogni strumento ha un’identità diversa all’interno del singolo pezzo, e da questa unione nasce il “sound Trabant”, difficilmente scomponibile in fattori primi.

Quando passerà il movimento Nu-rave, i Trabant cosa inventeranno?!
Come detto prima non ci riconosciamo così tanto nel movimento Nu-rave. Noi continueremo a fare la musica che ci piace indipendentemente dalla moda delle tutine fluo!

In Wast of time ci sono degli slogan bellissimi, a me piace “Reach middle class wage it’s a waste of time”. Com’è nato sia musicalmente che testualmente questo brano?
Musicalmente è nata come la maggior parte dei pezzi Trabant, cioè da improvvisazioni in sala prove. Per Waste of Time il punto di partenza è stato un’idea dell’allora cantante Michele Rumiz. Concluso l’arrangiamento in sala prove, Michele Rumiz e il nostro attuale cantante, il Marcello, hanno sistemato il testo. Ne è risultato un pezzo forse più accessibile e immediato di altri nostri brani, con un testo che tocca anche tematiche sociali, come nel verso da te citato.

Quanto dovete al web (es. MySpace, peer to peer, lastfm) in termini di promozione della vostra musica?
Al giorno d’oggi nessun artista fa a meno della promozione attraverso la rete, sarebbe come avere il telefono e usare i segnali di fumo!
Anche per noi è stato fondamentale il lavoro di promozione via Myspace. Tuttavia se non ci fosse stato il costante e puntuale impegno della nostra etichetta (Record!SVP), sarebbe stato sicuramente più difficile uscire dai confini regionali. Questo ci ha permesso di non dipendere esclusivamente dal web per quanto riguarda la promozione, come invece succede a tante band che non vengono supportate da un’etichetta.

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