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Go Go Smear The Poison Ivy – Múm

C’era una volta una porta su un bosco parallelo. Una targhetta recita: Go Go Smear The Poison Ivy. Toc toc… e fa capolino uno scoiattolo curioso. Guida fidata tra i rami tessuti dai segni che una mano rimasta bambina sa tracciare. Parole dipinte sulla tristezza di un volto, su un abbraccio d’amicizia, sullo sguardo posato sui voli degli uccelli. Dimensione senza tempo e senza logica apparente circonda i due elefanti che tra zanne e proboscide sostengono tronchi… così per incanto suonano… Múm! Poco importa se non tutti fanno luccicare la fantasia e riescono a vedere/sentire le lettere animarsi e fare forme strane… forme d’immaginazione che colorano le favole ai bimbi buoni e agli adulti dagli occhi bassi e dolci, così dolci da nascondere nel fondo di una lacrima un dolore. Forme che liberano visioni e suoni. Suoni d’elettronica discreta e mista ad andature orchestrali. Suoni che vivono in armonia con i rumori generati dalle cose. I Múm giocano nella stessa terra dei Sigur Rós sospesa tra l’esistente e il rarefatto… Go Go Smear The Poison Ivy è un album dai passaggi che eludono soluzioni di continuità. I cambi di line up hanno variato (non annullato) lo spirito di divagazione onirica e diafana degli inizi. Viaggio con soste, tanto per ricucire dettagli e smarrimenti. Frammenti di intuizioni, comunque di stile e consistenza. Nuove sfumature nel cantato, meno (appena) d’altrove. E suonano strumenti… non più nel cuore di un faro sui lembi d’Islanda (Finally we are no one, 2002).
Eppure quella delicata tenerezza che vibra di ninnananna per ogni cuore pulito (nonostante il rigore delle difese) continua a generare riverberi:
Blessed Brambles fa calare il sipario sulla vista comune e acuisce lo sguardo al di là della luce, rivelando nelle ombre le sagome delle parole non dette… comincia la passeggiata nel bosco e le foglie accarezzano e ritmano il vento che gioca coi fiati; A Little Bit, Sometimes osa e sfiora con le dita della magia le suggestioni dei sogni e i ricami di una voce di fiaba; They Made Frogs Smoke ‘Til They Exploded è gioco di colori.
Moon Pulls è l’equilibrio cercato, perfetta ipnosi di voce e piano… punto di incontro di opposte forze fino alla dissolvenza in Marmalade Fires ovvero i Múm e l’abbandono alla musica, semplicemente… per smarrire contorni e ritrovare vibrazioni immotivate sulla scia di archi di commozione.
Dancing Behind My Eyelids scandisce il tempo, lentamente… poi forte fino a battiti d’elettronica che gioca alla melodia allegra.
School Song Misfortune è un girotondo leggero senza stringere. La sera cala sulle note di tristezza di I Was Her Horse.
Guilty Rocks tesse strutture ardite su visioni di desideri. Bolle di tuoni e pioggia di voce a dilatare e incalzare in un’altalena sospesa sui tempi.
Winter (What We Never Were After All) è il viaggio di ritorno al mondo reale, attraverso il sonno e il sogno… delicatamente.

Credits

Label: Fat Cat Records – 2007

Line-up: Örvar Þóreyjarson Smárason + Gunnar Örn Tynes

Tracklist:

  1. Blessed Brambles
  2. A Little Bit, Sometimes
  3. They Made Frogs Smoke ‘Til They Exploded
  4. These Eyes Are Berries
  5. Moon Pulls
  6. Marmalade Fires
  7. Rhuubarbidoo
  8. Dancing Behind My Eyelids
  9. School Song Misfortune
  10. I Was Her Horse
  11. Guilty Rocks
  12. Winter (What We Never Were After All)

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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