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I geniali progetti futuri degli Afterhours

Interno di un appartamento. Interno di un’inquadratura. Una figura, umana. Una chitarra. Una voce… “Io credo a una maledizione/Mutarmi in un tuo nemico/Sei un grande predatore dentro la mia testa/ Che uccide solo per gioco”. Ce l’aveva raccontato nel 2002, no? Non è immaginario. Né lui, né gli Afterhours.
Non hanno mai voluto auto-celebrarsi, per questo motivo l’ironia è sempre stata l’arma da usare contro la mediocrità, contro il provincialismo che rende una fetta di rock italico… semplicemente ridicolo.
Non hanno mai voluto accomodarsi sulla “fama” che l’Italia gli ha dato, pur criticandoli, pur additandoli, pur indignandosi… talvolta.

Non è intenzione di chi scrive rammentare le parole che con sincerità e integrità hanno provato a indicare quanto l’orticello patrio fosse troppo recintato, troppo contornato dal filo spinato dell’ignoranza e della frustrazione. Basta fare un nome e un cognome: Manuel Agnelli. Basta fare il nome di una band: Afterhours. Basta. Poi, chi c’è… c’è. Chi non c’è… non ha capito. Non ha voluto capire. E, va bene così. Chi resiste da vent’anni non ha bisogno di convincere, di lusingare. Ha l’integrità, l’onestà artistica dalla propria. Ce l’aveva a marzo del 2006, quando ha lanciato “contro” il mercato italiano (anche) Ballads for little hyenas. Un album, non la traduzione di “altro”. Ce l’aveva quando ha girato in tour nonostante le polemiche, la maleducazione di un manipolo di stolti che hanno osato comprare un biglietto per il solo gusto di gridare: ITALIANO, ITALIANO! “Ti vedo passare/Sopra la corrente/Non senti sconcerto/posso avere il tuo deserto?”… infatti, infatti. THE WASHINGTON POST. Punto. Chi vuole attivi il cervello, si documenti. Un altro indizio: fabchannel. Eh, sì. Il concerto di Amsterdam al Club Paradiso dello scorso 24 settembre (ci intendiamo?) è in quell’archivio.
Ottobre 2007, Afterhours e Casasonica ormai è noto. Manuel Agnelli e le sue anticipazioni sul nuovo disco, lanciate nell’intasato canale della rete. Internet, dove tutto è veloce, agilmente manipolabile, fraintendibile ma dannatamente efficace, se… se la differenza la fa l’intelligenza dell’utente, l’onestà della volontà di informare. Così colui che è la voce della “migliore rock band italiana” (venivano presentati così dal palco del Primo Maggio di quest’anno… in diretta nazionale!) racconta i fatti: il tour all’estero e la voglia di recuperare un rapporto diretto con un pubblico vergine all’ascolto, non viziato dalla stampa… un pubblico da convincere sul palco (America, Europa); la nuova formazione con gli innesti di Gabrielli e Dell’Era.

“Non lasciar che il tuo percorso ti divori il ventre”… lo ricorda, il signor Agnelli. Infatti può serenamente permettersi di annunciare i “futuri progetti”. Il nuovo disco sarà finito (probabilmente) entro il 2007, al massimo all’inizio del 2008 e uscirà a primavera, in concomitanza con un nuovo tour. Non un disco lunghissimo, ma (!) di 15/16 pezzi e dal ritmo veloce. Ritorno all’alternanza delle atmosfere. Gioco di nuove soluzioni nei suoni. E… pianificazione di innovative opzioni per il lancio del nuovo lavoro in studio: la crisi dell’industria discografica è evidente, ma “anche stimolante perché apre nuovi spazi” (i Radiohead hanno provato a cambiare le carte in tavola, basta volerlo). Pochi, basilari indizi e la rinnovata certezza che c’è chi prova ancora “l’ebbrezza di essere dei diversi” . (Foto by Katia Arduini)

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Un solo commento

  1. e noi lo aspettiamo con ansia l’agnellino della musica italiana… colui che detta le regole del gioco e tira le matasse dell’indie italico, da anni… grande Amalia

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