Home / Editoriali / CrossRoads / La vedova bianca-White Widow – Regia di Donato Sansone

La vedova bianca-White Widow – Regia di Donato Sansone

Uno stesso video. Due canzoni, diverse.
Uno stesso regista (ispirato e originale), Donato Sansone. Due canzoni, due lingue, diverse.
Una stessa band, gli Afterhours. Due canzoni, due album, diversi.
Il video in questione è la traduzione visiva delle “strategie” degli Afterhours dell’ultimo periodo. Strategie che rispondono ad un unico obiettivo che rima con coraggio, fierezza, orgoglio di un percorso artistico in atto da vent’anni: superare ogni gabbia, ogni forma di provincialismo e scaraventare il ROCK italiano (non necessariamente “in italiano”) oltre il perimetro patrio. Ballate per piccole iene e Ballads for little hyenas, usciti per Mescal nel 2005 il primo, per la One Little Indian nel 2006 il secondo. Si poteva scegliere di escludere il mercato italiano per la versione in inglese, invece… no. E… ottima scelta. Contestazioni, vomiti di insulse critiche infondate e liberate senza consapevolezza, criterio e “conoscenza”… soprattutto senza “rispetto”. Si poteva scegliere di non presentarlo in tour in Italia, invece… no. E… ottima scelta. Ancora contestazioni, concerti interrotti… ma… ma. Due tour in America, andate/ritorni frequenti dall’Europa: gli Afterhours vincono, sempre. Vincono le chiusure mentali, vincono i limiti. Perché? Sanno mettersi in discussione, sanno guardarsi dentro e fuggire le certezze di chi ha un orticello ben coltivato in patria. Contaminazione, fattiva e ideologica: gli Afterhours. Quelli che in Italia vanno oltre l’italiano. Quelli che arrivano in storici locali disseminati tra USA e Europa e… vanno oltre l’inglese, proponendo pezzi di un passato prepotente, granitico, inossidabile. Quelli che ad un anno e mezzo dall’uscita di Ballads for little hyenas ti ritrovi nell’archivio di fabchannel, nel canale di una webtv in occasione di un ritorno al Club Paradiso di Amsterdam. Scusate, ma un excursus era necessario… a chi? A chi ha vestito l’abito della mediocrità, della superficialità, dell’ignavia e non ha capito chi contestava… anzi cosa contestava: un progetto, un’idea, la voglia di osare e volare alto.
LostHighways torna indietro nel tempo e ri-propone il video de La vedova bianca/White Widow perché chi percorre strade perdute non dimentica.
La videografia targata Afterhours ha caratteristiche distintive, precise e mai autocelebrative. La ricerca di una traduzione visiva dei pezzi in vent’anni è stata scandita (spesso) da principi che rispondessero alla personalità del gruppo e da rapporti umani, tant’è che i videoclip iniziali hanno avuto delle dinamiche particolari: “Abbiamo sempre cercato di collaborare con persone con cui avere un rapporto umano. Un esempio eclatante riguarda i primi videoclip che realizzavano con Fabrizio Trigari, un amico. C’era un budget ridicolo ma quello che contava era l’idea e i suggerimenti che ciascuno poteva proporre, così il risultato finale era molto vero e vicino a quello che siamo. Non avevamo un canovaccio e obblighi di ripresa… Quei video hanno un’anima e non sono preparati secondo i canoni di MTV (colori e altro). Va bene se interessa, ma noi non siamo attori e non siamo così disinvolti davanti alle telecamere da poter ambire ad una direzione del genere, a parte che non ci interessa. Non abbiamo quel talento, per cui la cosa migliore che possiamo fare è trovare un’idea, un modo carino, nuovo e diverso per rappresentare noi stessi.” (dall’intervista a Giorgio Prette concessami a maggio 2007).
Il video de La vedova bianca/White Widow coglie la band in una dimensione naturale: non c’è un storia vera e propria, non c’è un intento sfacciatamente didascalico. Gli Afterhours suonano. La doppia velocità dei movimenti è alla base di riprese che hanno prodotto come risultato finale una fluidità visiva di forte impatto e fascino. Atmosfere molto scure, come scuro è il testo, incentrato sulla vertigine del pericolo: “Nel tuo letto la novità/E’ fare a pezzi l’anima/Ma la violenza della stabilità/E’ un modo di morire a metà… My god is wrong, my time has run/ ’cause i know that my trial has gone”. Un video elaborato ma semplice, curato ma diretto come la musica degli Afterhours.
Il giovane e bravissimo regista, Donato Sansone, mi ha gentilmente raccontato il suo punto di vista…
– Mi racconti dell’idea che è alla base del video? Mi riferisco sia ad un contesto che coglie gli After nella loro dimensione naturale (una sorta di live) sia alla fluidità delle immagini che risulta come effetto finale…
Alla base del video non c’è fondamentalmente un’idea di narrazione o altro, è semplicemente un’idea stilistica che nasce dal bisogno degli After di fare un playback. E’ stata l’unica richiesta del gruppo, poi mi hanno lasciato decidere come. Ho dunque pensato di caratterizzarlo stilisticamente in base all’atmosfera generale de disco più che in base alla singola canzone. Il disco aveva qualcosa di notturno, di insano e al tempo stesso di delicatezza, e “raccontarlo” con uno stile un po’ onirico e dilatato, “spezzando” l’immagine temporalmente, mi sembrava la combinazione giusta, che nasce da una serie di esperimenti video realizzati appositamente.
– Com’è stato lavorare con gli Afterhours?
Ero un po’ agitato (ho fumato 20 sigarette in 7 ore) per via che si trattava del mio primo videoclip, ma Manuel e gli altri del gruppo devo dire che mi hanno messo nella condizione di lavorare con fiducia, sono delle brave persone, semplici e professionali. Inoltre la stima che Manuel aveva artisticamente per me e la sua volontà che il video fosse firmato da me mi ha dato una certa tranquillità nella fase di realizzazione. Per uno che fa questo lavoro è importante sentire la fiducia e la stima, e devo ringraziare Manuel per averne avuta molta nei miei confronti. Alla fine non ero nessuno, ero un ragazzo appena uscito dalla scuola, uno sconosciuto, e la capacità e la sicurezza di Manuel verso ciò che gli piace e ciò che “sente” supera di gran lunga quella dei suoi colleghi che hanno bisogno di vedere una firma “prestigiosa” nei loro video. Manuel non ha bisogno di tutto questo, perchè è un vero artista, è una persona che stimo molto, e che ringrazierò sempre per avermi introdotto in questo mondo facendomi firmare un loro videoclip .

Country: Italy
First aired: July 2005
Production company: Movida Entertainment
Post-production: Donato Sansone
Director: Donato Sansone
Producer: Jacopo Mauri
Photography: Franz Pagot
Editing: Andrea Maguolo
Link Kataweb: video (inglese/italiano)+backstage
Link Youtube: Versione in italiano, Versione in inglese

Afterhours
Sito ufficiale: http://www.afterhours.it/
Myspace: http://www.myspace.com/weareafterhours

Donato Sansone
http://www.myspace.com/milkyeyes

Frame 1

Frame 2

Frame 3

Video White Widow

Ti potrebbe interessare...

screen-_008

Brian Eno: The ship ha condotto ad un film generativo

L’ultimo lavoro di Brian Eno, uscito per la Warp, diventa colonna sonora di un film …

2 commenti

  1. Una recensione divina di un video meraviglioso. I fotogrammi che Amalia è riuscita ad avere dal gentilissimo regista Donato Sansone sono un’altra perla verso la sinestesia! Grande Amy!

  2. Io non ho fatto nulla.
    Il video colpisce.
    Ho solo da ringraziare la gentilezza e la disponibilità del regista Donato Sansone. Quei frames sono preziosi, davvero splendidi.

Leave a Reply