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Il castello di Teverolaccio anche stanotte è illuminato a festa: Atellana Rock Festival 09/07/07

atellana2.jpgLe luci dei faretti si stagliano sulle vecchie pietre del castello e nella corte si diffonde il vociare dei tecnici audio, l’odore dei panini e dell’erba, i suoni di prova che vengono dalle casse.
E’ la terza ed ultima giornata dell’Atellana Rock Festival, la manifestazione organizzata dall’ARCI con la collaborazione di Radiokemonia che, mai come quest’anno, ha rappresentato le nuove leve del rock più nascosto. Per due sere si sono alternati sul palco le voci nuove di chi ancora crede ad una musica differente, ad uno stile non legato alle logiche di mercato. Queste nuove leve sono impegnate in una gara che vede in palio la partecipazione al MEI. Stasera si terranno le finali e il concerto dei Marta Sui Tubi.

Fra scariche statiche e rumori tecnici ecco spegnersi le luci e iniziare lo show. La gara (che brutta parola perché sottintende un paragone, una disputa… qui è tutto amichevole, invece) vede salire sul palco i finalisti delle precedenti serate, ovvero i pugliesi Dew Drop Reggae, i romani En Plein Air, i catanesi Ciaudà e gli Atman da Lucca.
Quasi a fare onore alla location, i due gruppi campani si dimostrano all’altezza delle aspettative. Il reggae dei Dew Drop Reggae è fresco, sobrio. Il cantante Paolo Restivo salta sul palco ondeggiando fra terzine e ritmi giamaicani, accompagnato da Michele Pierno (seconda voce) e da una bravissima Federica D’Agostino. Oltre al loro sound giocoso, farcito dalla sezione fiati esaltante, quello che salta subito alle orecchie è proprio la voce della piccola chanteuse, indubbiamente solare, limpida e piena di cuore. Un qualcosa di bello e inaspettato. Una voce da “tenere d’occhio”.
Dalla Giamaica al mare nostro: i Ciaudà si rivelano una realtà decisamente mediterranea. Atmosfere di profondo sud e di canto popolare, venti di canzone d’autore e di taranta si levano dalla fisarmonica di Riccardo Ciaramellari che crea un accompagnamento alla voce calda dei due singers Emanuele Di Giorgio e Peppe Tomaselli. Il piano, la chitarra e soprattutto una buona sezione ritmica fanno dei Ciaudà forse il gruppo con il cervello più piantato nelle radici della nostra terra.
La più bella, strana e spiazzante sorpresa di questo Atellana Rock Festival è stato poi lo show di En Plein Air. Il gruppo romano ha proposto un qualcosa di non definibile, qualcosa che sfugge (…grazie a Dio) alle catalogazioni in un qualche genere. A cavallo tra post rock e sonorità darkeggianti, gli En Plein Air suonano pezzi che hanno l’odore del legno di antichi strumenti musicali lanciati verso il futuro. Le due chitarre elettriche creano ricami disturbanti e magnifici, la sezione ritmica satura tutto con linee a volte angoscianti a volte luminose. Il tutto è impreziosito dal violino di Marzia, che, senza togliere nulla a questi bravissimi strumentisti, si rivela il vero protagonista di un’esibizione atipica e coinvolgente.
Forse il gruppo è quello degli Atman. La grinta ce l’hanno e questo è fuori discussione, la loro musica è viva e di impatto ma un quid di già sentito e i testi in inglese si rivelano alquanto banali. Alla fine resta la delusione per una band che suona ottimamente e che ha una presenza scenica interessante ma che sembra cammini con il freno a mano inserito.
Vincono i Ciaudà! E ci sta!
Poi arriva il momento dei Marta sui tubi. Se volete sconvolgere le vostre certezze sonore. Se volete strabiliarvi con vibrazioni pure. Se volete ascoltare una chitarra acustica suonata come un’elettrica. Se avete bisogno di contaminazioni elettro-acustiche.Se volete tuffarvi in un’onda di sperimentazione che non si dimentica della melodia vera e vi trapana l’anima a colpi di sintetizzatore e improvvisi acuti vocali… allora non perdetevi i Marta sui Tubi. Un power trio che fonda il proprio sound su una progressione pulita dove le distorsioni sono rare ed i fuochi d’artificio sono delegati ai voli della mano di Carmelo Pipitone sulla chitarra, i ritmi serrati del batterista Ivan Paolini e gli sbalzi piano-fortissimi della voce unica di Giovanni Gulino. In scaletta tutti i brani celebri del trio dalla splendida Cenere a Via Dante, all’Amaro Amore.
Vince la sesta edizione dell’Atellana Rock Festival. Vince il coraggio di chi crede nella musica. Finalmente.

(In collaborazione con Vladimiro Vacca, foto by Rosa D’Ettore)

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3 commenti

  1. Già l’esordio parla di genuinità e appartenenza.
    E la sensazione resta.
    Si amplifica.
    Complimenti sinceri.
    Lucy

  2. Quasi quasi mi sembra dopo aver letto il tuo pezzo come se ci fossi stata anche io a questo evento…bravo Cristiano,sei sempre più bravo…anche se mi ricorda un pò il pezzo…sulla Consoli…ma solo un pò…vabbè del resto questo è il tuo stile…
    comunque complimenti!

  3. A me non sembra… ufoufo ma adesso oltre a trovare i citazionisti musicali ci sono anche i citazionisti di recensioni….viviamo giusto questo minuto vi prego il passato è passato ed il futuro è incerto…please 😉

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